Psicopolizia, Merkel censura: il profugo islamico? “è gente del Sud”

Cose che capitano, in Germania. Ad esempio che il ministro della Giustizia proponga di sanzionare con una multa di 50 milioni di euro i social media che non rimuovono entro 24 ore dalla segnalazione contenuti illegali come parole d’odio o fakenews diffamatorie. O succede che la stampa eserciti da qualche tempo una sorta di censura quando vengono commessi crimini o addittura atti terroristici da parte di immigrati. Come segnala Andy Schneider sul Corriere del Ticino, dopo i fatti al Carnevale di Colonia (Ricordate? Centinaia di ragazze furono molestate da gruppi di maghrebini), le autorità avrebbero limitato l’accesso alle informazioni, confidando nella comprensione dei grandi media; i quali naturalmente non si sono negati.

Così, da qualche settimana non si parla più di «Flüchtlinge» ovvero di profugo e nemmeno di arabi o di musulmani, bensì, genericamente di «Südlender», ovvero di persone del Sud. Sì avete capito bene: se succede un fatto spiacevole il colpevole è uno “che proviene dai Paesi a meridione della Germania”, il cui spettro, ne converrete, è piuttosto ampio: potrebbe trattarsi di un italiano o di un greco o di un maltese ma, a pensarci bene, anche di uno svizzero o di un austriaco; oltre che, naturalmente di un libico o di un malese.

Notate, peraltro, la vena sottilmente razzista di questa nuove consuetudine: la gente del Sud? In Germania la puoi indicare in modo indiscriminato, quasi a dire: tutta uguale. Spiacevole, vero?

D’altronde la Merkel, in un anno elettorale, vuole scongiurare qualunque polemica sul tema immigrazione, che può costare a lei, ma anche a Shultz, molti voti. In questo spirito l’uomo che qualche settimana fa a Heidelberg ha falciato alcuni pedoni, in quello che sembrava un attentato, è rimasto senza identità. Si trattava di “un tedesco senza origini migratorie”, mentre sui social media e sui siti alternativi si affermava che si trattava di un islamico. Lo stesso è avvenuto per l’orribile attentato a colpi d’ascia di Düsseldorf: compiuto da un uomo misterioso. Solo dopo 24 ore le autorità hanno comunicato che non si trattava di un africano o addirittura di più africani, come sostenuto, da alcuni siti, citando testimoni, bensì di un uomo originario dell’ex Jugoslavia, guarda un po’, con problemi psichici. Ma di quale zona dell’ex Jugoslavia? Dalla cattolica Croazia? Dall’ortodossa Serbia? O dagli islamici Kosovo e Bosnia Erzegovina? Le autorità non lo hanno detto, a conferma di quanto ha scritto Schneider. Poi, solo poi, si è saputo che era un kosovaro musulmano. Ma pazzo.

Però il ministro della Giustizia tedesco è preoccupato per le fake news, al punto da invocare sanzioni draconiane. Ma se a mascherare la realtà sono le stesse autorità, negando ai cittadini il diritto di sapere cosa accade davvero nelle loro strade, l’indignazione svanisce. Svanisce anche il problema. Se è di Stato la “fake news” è lecita. E chi dubita è un farabutto, un irresponsabile, un complottista. Da punire duramente.

Tutto chiaro? Avete capito bene, cari lettori? Io, purtroppo, sì.

dal blog di Marcello Foa  – – –  il giornale

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