Rimini, a scuola canti africani al posto di “Tu scendi dalle stelle”

 

“Tu scendi dalle stelle, o Re del cielo, e vieni in una grotta al freddo e al gelo…”.

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Non ci saranno altre note o versi di questo tanto amato canto di Natale che fa parte della nostra cultura cristiana. Anzi, ad essere precisi non ci sarà proprio nulla. È questa la decisione presa da una scuola primaria di Rimini e in una della Provincia. Tutto per “favorire l’integrazione” (degli italiani con l’Africa)

La decisione che cancella le nostre radici  IL GIORNALE

E allora cosa canteranno i bambini nella tradizionali recite natalizie? Sinceramente non saprei dirvelo, e probabilmente nemmeno cantarvelo. Infatti, al posto dei classici canti di Natale ci saranno dei cori africani. Non siamo di fronte a un opzione avanzata da qualche fan dell’integrazione. No, si tratta di una decisione fatta e già messa in atto. Uno degli spettacoli di Natale interpretato dagli alunni di una primaria di Rimini è andato già in scena. Un altro è atteso il 23 dicembre.

La scelta di eliminare il canto cristiano per uno africano è arrivata all’interno di un progetto sulla fratellanza dei popoli, mirato all’integrazione di tutte le culture. Perplessità e proteste (ovviamente) sono state avanzate dai genitori degli istituti. Sabrina Saccomanni dell’Associazione Evita Peron spiega, dalle pagine di AltaRimini.it, come questa scelta rappresenti n attacco alle radici cristiane del Natale, ricordando come il 25 dicembre sia la festa per la nascita di Gesù.
La melodia bandita perché troppo cristiana

Sorge una domanda: non si poteva far cantare entrambe le melodie? No. È proprio qui che sorge l’indignazione di tutti. “Il canto – come spiega la responsabile dell’associazione Evita Peron – è stato messo al bando perché può urtare la sensibilità di bambini e genitori che appartengono a un’altra religione”. “Ragionando in questo modo – prosegue la Saccomanni – fanno perdere ai nostri figli i nostri valori e le nostre tradizioni, come ad esempio il presepe”.

“Ma oltre alle tradizioni, il Natale perde anche un po’ di magia – aggiunge la Saccomanni- quella delle emozioni dei genitori, che con gli occhi lucidi ammirano i propri figli intonare canzoni che hanno pervaso il periodo natalizio della loro infanzia”.

Il progetto che ha condotto a questa decisone di sicuro è fondato su buoni principi e la volontà di stare vicini a tutti gli studenti, cristiani e non. Ma la lezione che dà è errata. Infatti eliminando il canto si cancella la nostra radice cristiana. E disintegrando non può esistere integrazione.

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