Armando Manocchia è davanti alla stazione centrale di Milano, capolinea dei disperati che arrivano da tutto il mondo, attratti dalla possibilità di vivere con vitto e alloggio gratis offerti dalle tasse dei milanesi. Ma tra i disperati, rivelano i servizi segreti, vi sono numerosi terroristi islamici pronti a colpire Milano
Fa male vedere Milano e l’Italia ridotta così, dice Armando Manocchia. Milano, devastata dal degrado demografico e dall’incuria, dalla malapolitica di Pasha Beppe e del Maialino (pseudonimi presi in prestito dal romanzo: ‘Amore mio ferma Maometto’).
Badate bene, se al suo posto ci fosse Pasha Parisi, la situazione non sarebbe diversa. Vedere Milano, la Stazione Centrale, Piazza Duca d’Aosta, Via Sammartini, come l’hanno vista i miei occhi e l’occhio della telecamera è davvero triste.
Nella Milano di Pasha Beppe, con Luca Longo e Claudio Bernieri abbiamo fatto un servizio intorno alla Stazione Centrale sul busineSSaccoglienza.
Nella lunga fila della mensa del nuovo Hub di via Sammartini 120 a Milano, gestito dalla cooperattiva Arca (fa riferimento a Maialino?) che si occupa di primissima accoglienza, orientamento e cure ai così detti migranti in arrivo in città, ad un certo punto arriva un senzatetto, uno dei tanti disperati italiani sui 55/60 anni che si mette in fila per entrare come gli altri nella mensa e mangiare finalmente un pasto caldo. L’intruso viene subito individuato dagli ”operattori umanitari’ che conoscono a mena dito i loro ‘clienti’ e, una volta avvicinato, viene preso per un braccio e allontanato. Mi si è gelato il sangue nelle vene…
Milano e l’Italia ridotte così – continua Manocchia – sono il furto della speranza di una vita migliore per le generazioni future. Dei disoccupati italiani e non italiani. Delle famiglie che si autodistruggeranno e di quelle che non si creeranno.
La falsa propaganda buonista la si tocca con mano. Tutti a strapparsi i capelli per aiutare, accogliere, rifocillare, lavare, pulire e allietare l’ozio di baldi e palestrati giovani in cerca di una vita migliore. La stessa che milioni di italiani che hanno versato sudore, lacrime, sangue e tasse per far crescere insieme alla propria Patria la propria persona e la propria Famiglia.
Li chiamano disperati, poverini, ma vedere per credere. I disperati, i poverini, sono gli italiani che nessuno aiuta e non questi villeggianti a sbafo vestiti meglio di noi e con in mano l’ultimo modello di IPhone, che spensierati, hanno il solo scopo di raggiungere altri famigliari o amici con la collaudata filosofia “dove si mangia in due, si mangia anche in tre”.
Ovviamente la colpa non è loro – conclude Manocchia – ma delle politiche suicide messe in campo da gentaglia di Bruxelles al servizio del NWO. Incapaci e inamovibili. Gentaglia non eletta da nessun cittadino europeo, ma che a cascata dirige un sistema statale burocratico e parassitario come quello italiano, in mano ad un presunto governo, golpista e traditore che ha dilapidato l’immenso Patrimonio di beni, materiali e immateriali, di talenti e di valori che rendevano l’Italia uno dei Paesi più importanti – da tutti i punti vista positivi – del mondo.