Erdogan: “Se il Parlamento vara la pena di morte, l’approverò”

Arresti a raffica in Turchia e ‘purghe’ dopo il tentativo di colpo di Stato. Sono in tutto 103 i generali e gli ammiragli delle Forze Armate finiti in carcere. Tra i generali c’è anche Akin Ozturk, ex capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, indicato da funzionari governativi turchi come il presunto capo dei golpisti in patria.

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In merito al tentato golpe, in un’intervista esclusiva alla Cnn, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha detto che non è possibile escludere la pena di morte per chi ha tentato di rovesciare il suo governo con un colpo di Stato. ”C’è un chiaro reato di tradimento”, ha detto, precisando comunque che l’eventuale ritorno della pena di morte in Turchia dipenderà ”naturalmente da una decisione parlamentare” e ”io come presidente approverò qualsiasi decisione emerga dal Parlamento”.

Intanto sono 7.850 i poliziotti sospesi: tra loro anche alti ufficiali, come si legge sul sito web del giornale turco ‘Hurriyet’. Ai poliziotti è stato imposto di riconsegnare armi e distintivi. Il ministero dell’Interno di Ankara ha inoltre silurato “in totale 8.777 dipendenti”. Lo riportano i media filo-governativi. Tra questi ci sono “30 governatori e 52 investigatori”.

Dopo il tentativo di golpe, inoltre, la Turchia ha anche messo al bando una ventina di portali di notizie e siti web.
GIUDICI ARRESTATI – L’Encj, rete europea dei consigli di Giustizia, ha manifestato seria preoccupazione “per le notizie di oltre 2.700 giudici e pubblici ministeri sospesi o espulsi dal Consiglio superiore dei giudici e dei pubblici ministeri poche ore dopo i terribili eventi. Ulteriori report sembrano indicare che un grande numero di giudici e pubblici ministeri sono stati arrestati”.

Anche il commissario europeo alla Politica di vicinato e ai Negoziati per l’allargamento, Johannes Hahn, si è detto “molto preoccupato” per gli ordini di arresto emessi nei confronti dei magistrati. “Ci aspettiamo una risposta che sia in linea con gli standard internazionali dello Stato di diritto. E quello che vediamo non è in linea con lo Stato di diritto” ha rimarcato. “Come minimo è una cosa che è stata preparata. Il fatto che le liste fossero disponibili subito dopo l’evento indicano che era stata preparata e che a un determinato momento avrebbero dovuto essere utilizzate”, ha osservato Hahn. adnkronos

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