Italiani, dalla culla alla tomba nelle grinfie delle banche grazie a Renzi

 

Il governo Renzi, continua purtroppo a ritenere di essere il presidente del Consiglio di una Repubblica delle banche, per i molteplici provvedimenti urgenti emanati a favore dei banchieri, con l’evidente finalità di consegnare il destino degli italiani già ipotecati da vite a rate per la perdita del potere di acquisto e chiavi in mano dalla culla alla tomba, nelle grinfie degli istituti di credito.

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L’anticipo pensionistico (Ape), che riguarderà l’anno prossimo i nati negli anni ’51-53 per coinvolgere negli anni successivi (2018 e 2019) i lavoratori nati fino al 1955, potranno avere l’anticipo rispetto all’età di vecchiaia, fino a tre anni prima della maturazione dei requisiti, chiedendo all’Inps l’anticipo della quiescenza a banche, finanziarie, assicurazioni, in cambio di salati interessi ventennali che continueranno a gravare sugli assegni pensionistici.

Una pensione netta di 800 euro al mese, sarà così gravata da una rata di 50-60 euro mensili nel caso dell’anticipo di solo anno rispetto all’età di vecchiaia, a seconda del tasso di interesse fisso calcolato al 3,5% ed un ammortamento ventennale su 13 mensilità, con un taglio fino al 15% della pensione, facendo così felici gli istituti di credito, alla ricerca di nuove terre vergini da esplorare- come profetizzava Zigmunt Bauman, il sociologo della società liquida.

Le banche italiane, non contente di saccheggiare i consumatori, le famiglie e le piccole e medie imprese sono – come spiega Zigmunt Bauman nel ‘mondo drogato della vita a credito’ – sempre alla ricerca di nuove terre vergini da esplorare: «Vivere a credito dà dipendenza come poche altre droghe, e decenni di abbondante disponibilità di una droga non possono che portare a uno shock e a un trauma quando la disponibilità cessa. Oggi ci viene proposta una via d’uscita apparentemente semplice dallo shock che affligge sia i tossicodipendenti che gli spacciatori: riprendere (con auspicabile regolarità) la fornitura di droga».

Dopo il prestito ipotecario vitalizio che rappresenta l’ennesima fornitura di droga, in aggiunta alle carte di debito, al denaro dal nulla di plastica e delle carte revolving, per rendere ancora più schiavi milioni di famiglie gettate nelle grinfie di banche e società finanziarie, con l’illusione di condizioni più felici di vite scandite da rate e ratei di interessi anatocistici, che non si riusciranno mai a pagare, ipotecando così il futuro dei giovani, l’esproprio delle case con 18 rate di mutuo non pagate, arriva quello ventennale sulle pensioni, per consegnare in ostaggio ai banchieri la vita degli italiani.

Alle banche, che hanno erogato prestiti facili ad amici e compari, con il benestare di Bankitalia, non basta il prestito ipotecario che mette a repentaglio il risparmio di intere generazioni investito nelle proprie abitazioni con duri sacrifici e costosi mutui, un patrimonio immobiliare privato costituito dalle case, pari a 4.837,8 miliardi di euro, come nuova frontiera da saccheggiare, ma alla ricerca di “quelle nuove terre vergini da esplorare”, ipoteca persino le pensioni di vecchiaia, dettando l’agenda dei propri interessi ad un governo cameriere.

(ADUSBEF)

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