Non vuole sposarsi in Siria, figlia dell’imam di Basilea scappa di casa

 

Aniqabncora sotto i riflettori la famiglia dei due studenti che si sono rifiutati di stringere la mano della loro insegnante in una scuola di Therwil (BL). In data odierna la Basler Zeitung riporta della fuga di una delle quattro figlie, ancora minorenne.

Non tutti i membri della famiglia sembrano quindi entusiasti della rigida educazione islamica impartita dal capofamiglia, un imam che dirige la preghiera del venerdì nella moschea Re Faysal di Basilea e ritenuto “un esempio per noi musulmani” dai suoi fedeli.

Il quotidiano basilese ha raccolto diverse testimonianze che dipingono un quadro a tinte decisamente fosche della famiglia basilese. Secondo i vicini, non si sarebbero mai completamente integrati. La moglie, sempre completamente velata, non aprirebbe nemmeno la porta se non in presenza del marito. Le due figlie più giovani avrebbero tentato di sottrarsi a queste rigide imposizioni, abbandonando il velo e gli abiti islamici una volta uscite di casa e fuori vista dai genitori, che ne sono però venuti a conoscenza. Per punizione – racconta un vicino – sono state tenute per ore sul balcone.

Nonostante la famiglia non si sia mai integrata, ha comunque tentato di ottenere la cittadinanza svizzera.

Anche le autorità scolastiche si sono scontrate con l’ostracismo del padre, arrivato ad impedire la partecipazione a un campo estivo da parte della figlia minore. La ragazza, fuggita poi negli scorsi giorni, sarebbe stata costretta a seguire il Ramadan, imposizione che le ha causato un malore e la conseguente impossibilità a frequentare le lezioni.

Gli insegnanti sottolineano come la ragazza fosse costretta a portare l’hijab e gli abiti islamici contro la propria volontà. Non potendosi ribellare apertamente, si metteva sempre un rossetto vistoso, in una sorta di silenziosa e inascoltata protesta.

Stufa di queste imposizioni e intenzionata ad evitare il destino delle due sorelle maggiori, probabilmente costrette a sposarsi in Siria (il Paese di origine del padre), la ragazza ha deciso di scappare di casa e ha trovato rifugio in una struttura d’accoglienza. Attualmente è seguita dall’Autorità di protezione dei minori e degli adulti, al riparo dai soprusi della sua famiglia.

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