Adozioni gay, vescovo di Ravenna: non trasformare in diritti tutti i desideri

 

Matrimoni e nascite in calo: il vescovo di Ravenna, Lorenzo Ghizzoni, condivide le preoccupazione esternate lunedì dai parroci nel corso dell’incontro che aveva come tema la situazione delle famiglie e i matrimoni a Ravenna.

vescovo-ravenna-ghizzoni

“Siamo una città che lentamente invecchia, nemmeno i figli degli immigrati fermano il declino – esordisce Ghizzoni -. Le cause sono diverse: culturali, economiche, morali. C’è un forte disorientamento nei giovani e negli adulti, nei genitori e negli educatori, per i tanti cambiamenti e i tanti stili di vita proposti che vorrebbero essere tutti alla pari, quindi tutti relativi. Convivenza senza vincoli oppure vita di famiglia con impegno alla fedeltà, alla indissolubilità; apertura alla generazione o chiusura alla vita; coppie di diverso sesso o del medesimo, tutto è ammissibile in nome della realizzazione di se stessi. Non si accetta che ci siano valori buoni che possono orientare la propria libertà, non diminuirla“.

“Noi cristiani vogliamo invece affermare, senza essere schierati da altri contro questo o quello, che c’è una grande bellezza nel matrimonio vissuto secondo il Vangelo e che ci sono scelte migliori di altre. Noi abbiamo un’esperienza, condivisa dalla maggioranza delle persone anche laiche o non credenti, che nel rispettare la persona dell’uomo e della donna, la paternità e la maternità, la figliolanza e la fraternità, si trova una pienezza di umanità e una felicità che non c’è in altre scelte – continua Ghizzoni -. Non dobbiamo giudicare le persone e dobbiamo guardarci dal condannarle – ce lo chiede il Vangelo della misericordia – ma non possiamo tacere l’esperienza della completezza dell’amore che si trova nel matrimonio vissuto secondo il modello della Bibbia (dal libro della Genesi al Vangelo). È un modello esigente? Certo, lo è anche per gli sposi credenti; anche tra loro ci sono quelli che non riescono a rimanervi fedeli, anche tra loro ci sono errori e peccati”.

“Ma tutti sappiamo che l’amore tra un uomo e una donna che si stabilizza in un rapporto complementare, ricco delle diversità di entrambi, contesto ideale per lo sviluppo della personalità dei bambini e degli adolescenti, caratterizzato da un impegno a crescere nel dono di sé, è meglio per i singoli, per la comunità, per la società intera. Questo matrimonio va protetto e sostenuto, come si curano le radici degli alberi da frutto, per avere i raccolti – chiosa -. C’è in questi giorni anche il dibattito sulle unioni civili e su una cultura – molto individualista – che trasforma in diritti tutti i desideri del singolo o che vorrebbe il matrimonio anche per le persone con tendenze omosessuali, pur sapendo che questa sarebbe una conquista solo simbolica, per affermare una pari dignità che andrebbe invece cercata e tutelata per altre vie e con altri mezzi. Nessuno deve mancare di rispetto a nessuno e “la dignità propria di ogni persona deve essere sempre rispettata nelle parole, nelle azioni e nelle legislazioni” come ci insegna il magistero della Chiesa (Ratzinger, 1986, sulla cura delle persone omosessuali)”.

“Ma ci sembra che una serie di diritti e di corrispondenti doveri riconosciuta anche a una unione civile, che non contrastino con la Costituzione, sia legittima – conclude -. Pretendere però anche di avere dei figli, quando l’unione è tra due persone dello stesso sesso che naturalmente non potrebbero averne, sia un eccesso, un non tenere conto del bisogno dei bambini e soprattutto degli adolescenti (troppo dimenticati in questo dibattito) di un padre e di una madre veri da tutti i punti di vista. Certo in qualche caso queste figure vengono a mancare per qualche disgrazia, ma la sofferenza di queste mancanze va evitata, non riprodotta per qualche conquista di diritti più individuali che civili. Difendere i valori, difendere i piccoli, i ragazzi, gli adolescenti, chiedendo che si facciano leggi giuste e sagge mi sembra una cosa buona non solo per i credenti, ma per tutti gli uomini di buona volontà”.

ravennatoday.it

SOSTIENI IMOLAOGGI
il sito di informazione libera diretto da Armando Manocchia

IBAN: IT59R0538721000000003468037 BIC BPMOIT22XXX
Postepay 5333 1711 3273 2534
Codice Fiscale: MNCRND56A30F717K

2 thoughts on “Adozioni gay, vescovo di Ravenna: non trasformare in diritti tutti i desideri

  1. Le regole del vangelo non si impongono agli altri, a quelli che non ci credono. ..non è difficile da capire. Non è difficile capire che non esiste la verità del vangelo. La fede è altro e non va imposta…

  2. Questo è l’ errore che fa la sinistra: trasforma ogni desiderio in diritto.L’ immigrato vuole ottenere la cittadinanza subito? Bene, questo è un suo diritto. Il gay vuole adottare bambini ? Bene, questo è un suo diritto e così via. Questa mentalità peró rischia di portare ad una società dove tutto è permesso,non esistono regole morali e vale il principio del ” se lo voglio io, allora deve essere permesso “.

Comments are closed.