Strage al campus in Oregon, 10 morti. I testimoni “un killer di cristiani”

L’America deve ancora una volta fare i conti con l’ennesima strage in un campus universitario.
Questa volta e’ successo in Oregon, all’Umpqua Community College di Roseburg. Dieci i morti (tra i quali il killer) sette i feriti.

Chris-Harper-Mercer

L’attacco e’ spietato. L’autore, il 26enne Chris Harper Mercer intima alle sue vittime di dichiarare la propria fede religiosa, poi li uccide con un colpo alla testa.
Non solo. Il giovane, che secondo le forze dell’ordine, non era uno studente dell’istituto, aveva preannunciato la sua furia omicida il giorno prima, postando sui social network e su un blog le sue intenzioni e avvisando che era meglio non farsi vedere nei pressi del campus.

Chris Harper Mercer, il folle autore della strage all’Umpqua Community College, di Roseburg (Oregon), puntava in particolare i cristiani. Lo ha raccontato una studentessa rimasta ferita nella sparatoria. Prima di essere sottoposta a un intervento chirurgico alla spina dorsale, Anastasia Boylan, e’ riuscita a parlare al padre Stacy.

Quando il killer e’ entrato in aula, gia’ sparando, ragazzi e professori si sono sdraiati a terra, ha raccontato Anastasia.
Mentre ricaricava l’arma, Mercer ha intimato ai cristiani di alzarsi. “Sei cristiano? Tra un attimo vedrai Dio”, diceva il giovane, a chi ammetteva la sua fede. Lo ha confermato in un ‘tweet’ anche una donna, la cui nonna era in una stanza di lettura accanto a quella della tragedia e che e’ stata testimone delle fasi concitate della sparatoria: “Il killer faceva allineare le persone e chiedeva loro se erano cristiani.
Se dicevano ‘si”, gli sparava alla testa. Se dicevano ‘no’ o non rispondevano, gli sparava nelle gambe”.

L’attacco avviene in piena mattinata, alle 10.30 ora locale. La polizia, dopo essere intervenuta e aver ucciso il killer nel corso di uno scontro a fuoco, conferma che il ragazzo con se’ aveva tre pistole e un fucile a lungo raggio. Sui social network, in seguito, sono state trovate foto del killer in posa con le sue armi e numerosi post che annunciavano la strage, con tanto di conversazioni su Internet di persone che rispondevano al delirio chiedendo spiegazioni. Tutto ora e’ al vaglio degli inquirenti.

In un messaggio alla nazione, il presidente statunitense chiede con forza una riforma della legge per la vendita di armi da fuoco, per evitare che episodi del genere diventino “routine”. “I pensieri e le preghiere non bastano piu'”, dice Obama che ribadisce: “Siamo il solo Paese avanzato nel mondo che registra queste stragi ogni pochi mesi”. Le attuali leggi sulla vendita di armi “non sono sufficientemente sicure”.

L’America e’ sotto choc. E’ urgente intervenire, ribadisce Obama: “Quando gli americani rimangono uccisi in alluvioni e uragani, noi lavoriamo per rendere le nostre comunita’ piu’ sicure. Quando gli americani rimangono uccisi nelle miniere – sottolinea -, lavoriamo per rendere le miniere piu’ sicure. Noi abbiamo un Congresso che addirittura blocca la raccolta di dati su come potremmo potenzialmente ridurre le morti derivanti da armi da fuoco. Negli Usa c’e’ piu’ o meno un’arma ogni uomo, donna e bambino”, la triste realta’. Per Obama l’idea che la costituzione vieti “anche una modesta regolamentazione” di come vengono usate armi mortali e’ “senza senso”. Il Presidente degli Stati Uniti sottolinea che si tratta di una “scelta politica”. Leggi per prevenire le stragi da arma da fuoco sono state approvate anche “in Gran Bretagna e Australia”. agi

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