Siriani accolti in Uruguay vogliono tornare in Medio Oriente “qui si guadagna poco”

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Mentre i loro ‘cugini’ continuano a scappare dalla Siria e affrontano viaggi epici tra mille difficolta’ pur di raggiungere l’Europa c’e’ chi, accolto lo scorso anno in Uruguay, ha protestato ieri sera davanti alla presidenza di Montevideo domandando che sia consentito loro di lasciare il Paese in cerca di un lavoro migliore e al limite di tornare in Medio Oriente.

Protagonista di questa singolare, vista da Damasco, protesta cinque famiglie formate da 42 profughi siriani che, dimostrando scarsa riconoscenza, lamentano che il governo di sinistra non e’ riuscito a mantenere la promessa di buoni guadagni.

In Uruguay uno Stato laico con una popolazione musulmana di sole 300 persone i profughi hanno ricevuto case, assistenza sanitaria e sostegno finanziario dal governo. I profughi siriani lamentano che hanno documenti di identita’ e viaggio riconosciuti internazionalmente ma che altri Stati possono negare loro l’ingresso, come e’ successo loro a Istanbul. Il governo ha fatto presente di aver rispettato le nome per l’accoglienza e che non possono costringere altri Stati ad accogliere i loro malgrado profughi siriani. Altri 80, peraltro, sono attesi entro la fine dell’anno. (AGI) .

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L’Uruguay ha accolto alcuni rifugiati in fuga dalla Siria. Ma l’ex presidente Josè Mujica si è lamentato di loro perché, secondo lui, non sono in grado di lavorare nelle aziende agricole. “Non mi hanno inviato nemmeno un agricoltore”, ha detto in un’intervista alla radio locale Am 1410, riferendosi ai 42 profughi arrivati in ottobre nel Paese sudamericano.

L’ex leader uruguaiano lo ha sottolineato ricordando che all’Alto commissariato Onu per i rifugiati proprio tale requisito era stato posto dal suo Paese, quando aveva accettato di accogliere siriani in fuga dalla guerra civile in atto in quei territori.

Il presidente Tabare Vazquez, che ha preso il potere a marzo, ha dichiarato che è ora necessaria una “profonda analisi” prima che l’Uruguay decida di dare ospitalità ad altri rifugiati siriani.

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