Libia, Isis: “gli abitanti di Sirte consegnino le loro figlie ai combattenti”

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“Decapiteremo i ribelli dell’opposizione dopo la preghiera del venerdì, gli abitanti di Sirte consegnino le loro figlie ai combattenti che le sposeranno”. E’ il minaccioso proclama lanciato ieri dal leader spirituale dell’Isis, Hassan al Karami, in un sermone nella moschea al Rabat, dove ha proclamato l’emirato di Sirte.

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Karami, il cui pseudonimo è Abou Moaweya, in passato ha militato nella formazione Ansar al-Sharia dopo la caduta di Mummar Gheddafi nel 2011. Ha iniziato a farsi un nome in veste di predicatore prima a Bengasi e poi a Derna, fino a quando non ha assunto un ruolo di primo piano a Sirte, diventando Mufti di Daesh. Un video del 2013 lo ritrae mentre critica – in una tv locale libica – la cattura di Abu Anas al-Libi, esponente di Al Qaeda, da parte delle forze speciale Usa a Tripoli.

A Derna decapitato un mujaheddin – A Derna, sempre in Libia, un miliziano della Shura dei mujaheddin, che voleva convincere lo jihadista affiliato all’Isis Abdulkarim Badr ad arrendersi, è stato decapitato dal terrorista e la sua testa è stata gettata per strada. L’assassino ha poi fatto esplodere un esplosivo uccidendo tre persone, tra le quali anche 2 bambini. A quel punto i miliziani hanno assaltato l’edificio uccidendo lo jihadista.

Sono state 91 le persone giustiziate in Siria dall’Isis solo nell’ultimo mese, secondo un bilancio reso noto oggi dall’Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus). Salgono cosi’ a 3.156 i giustiziati nel Paese a partire dalla proclamazione del ‘Califfato’, 14 mesi fa. Le accuse vanno dalla collaborazione con i gruppi rivali o le forze governative, alla blasfemia, alla stregoneria, alla sodomia.

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