Catania: extracomunitari devastano la struttura e bloccano la strada

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Catania – Momenti di tensione in via Cifali nei pressi dell’Istituto Regina Elena dove gli ospiti della struttura hanno creato un blocco stradale e creato diversi danni ai locali per protestare contro la mancata erogazione della diaria.

Per sedare la rivolta sono intervenutte diverse volanti della polizia e la municipale ha chiuso al traffico la carreggiata per evitare il coinvolgimento degli automobilisti.

Un’ottantina di minori stranieri riversati in mezzo alla strada a bloccare il traffico per protestare contro quello che definiscono «un sistema di apartheid». «Sono saliti nel piano degli uffici amministrativi, hanno rovesciato qualche vaso, lanciato le sedie nel cortile, distrutto alcune porte e danneggiato la linea telefonica», raccontano gli educatori. Poi sono scesi in strada, bloccando il traffico. Per un paio di ore la zona è stata chiusa dalle forze dell’ordine intervenute sul posto: vigili urbani e polizia di Stato. Per questi fatti i responsabili dell’educandato hanno presentato denuncia per danneggiamento.

I migranti spiegano le loro ragioni. «Viviamo in otto in una stanza – racconta Assam, facendosi portavoce del gruppo, insieme a un altro giovanissimo ghambiano – le condizioni della struttura sono carenti, così come il cibo. Gli educatori ci trattano male perché abbiamo la pelle nera. Sono razzisti, viviamo in un regime di apartheid».

A differenza di tanti italiani, che vivono in auto o per strada, le povere vittime del razzismo vivono qui

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