Sono spaventato da quelli che dicono “ho fiducia nella Magistratura”

cassaz

 

20 dic – Sono assolutamente spaventato da quelli che dicono “ho fiducia nella Magistratura”. Hanno poca memoria, perché esistono tanti magistrati seri, ma ci sono stati magistrati da condannare senza appello. Francesco Saverio Borrelli era pulito, ma non ha saputo tenere a freno la Procura di Milano che ha scatenato Mani Pulite in modo troppo mediatico.

Era vero quello che diceva Moroni: tutta la politica aveva l’abitudine di vendere i permessi di chi voleva operare (ma perché i politici – e in sudditanza troppi funzionari pubblici – volevano soldi per rilasciare qualsiasi autorizzazione).

NASCE PRIMA LA “CONCUSSIONE DEI POLITICI E DEI FUNZIONARI (farsi pagare per concedere un diritto) POI LA CORRUZIONE (pagare per ottenere un diritto). E si suicidano Moroni, Cagliari e Raul Gardini per citare i più noti.

La grande differenza tra la filosofia anglosassone (gli inglesi hanno circa 3.000 leggi contro le nostre quasi 200.000) è: “tutto è lecito salvo quanto espressamente proibito per legge”. La nostra filosofia italiana era: “tutto è proibito salvo quanto autorizzato da Stato, Regioni, Province, Comuni”. Senza parlare dello scandalo di quello che a Roma chiamavamo “Il porto delle Nebbie”.

Un P.M. romano distrugge la Banca d’Italia. (Cito un pezzo su internet) “Il duo inafferrabile Baffi-Sarcinelli merita una lezione”: 24 marzo 1979, attacco politico-giudiziario alla Banca d’Italia

28/03/2012

Il 24 marzo è un giorno importante. Mai la Banca d’Italia ha visto profanata la propria immagine come il 24 marzo 1979 con l’arresto del vice-direttore generale Mario Sarcinelli e l’incriminazione del Governatore Paolo Baffi, banchieri centrali stimati in Italia e all’estero. Da internet: Come mai nel 1979 il “coacervo politico-affaristico-giudiziario” prende di mira e vuole punire la Banca d’Italia? Quali sono le “colpe” di Baffi e Sarcinelli?

1) aver fatto sciogliere il cda dell’Italcasse, cioè del più importante istituto di credito dominato dal potere DC;

2) aver ordinato una ispezione presso il Banco Ambrosiano guidato da Roberto Calvi ; nel processo per bancarotta del Banco Ambrosiano nel 1982, Andreatta riferirà che: “Sarcinelli pallido in volto e con il tono amaro, mi disse che lui era finito in galera proprio per Calvi, giacchè il caso giudiziario che gli era occorso era stato montato in concomitanza con la conclusione dell’ispezione al Banca Ambrosiano del 1978, e proprio a causa della stessa”.

3) l’opposizione ferrea ai piani di salvataggio delle banche di Sindona, il cui commissario liquidatore era Giorgio Ambrosoli .

Umberto Ambrosoli scrive: “Queste sollecitazioni mirano a far sì che alla liquidazione sia data una soluzione fantasiosa…il buco lasciato dalle condotte criminose di Sindona sarebbe stato ripianato con i soldi della collettività. Di fatto, sarebbe stato annullato “il provvedimento di commissariamento e messa in liquidazione della banca”, Sindona sarebbe stato restituito vergine alla sua capacità di continuare a fare affari in Italia, sarebbe venuto meno il processo penale: tutto grazie ai soldi della collettività”.(qui finisce la parte presa da internet).

Baffi e Sarcinelli vennero scagionati nel 1981 per l’assoluta insussistenza delle accuse. E’ significativo ricordare che al momento di lasciare la Magistratura, dopo 42 anni di carriera, il Sostituto Procuratore della Cassazione, Cesare d’Anna scrisse:

Mi sia permesso di chiudere la mia carriera con un atto di umiltà: a nome di quella giustizia italiana che non ho mai tradita, intendo chiedere solennemente perdono ai professori Baffi e Sarcinelli ed a tutte le eventuali vittime di un distorto, iniquo esercizio del potere giudiziario”.

Io sostengo che la difesa della lira da allora è stata abbandonata e il Debito Pubblico ha cominciato a galoppare.

Ma la prepotenza dei politici comincia molto prima ed ha come principale autore il ministro socialista Mancini (lavori pubblici). Mio padre conosceva bene il Direttore Generale dell’ANAS. Il Ministro Mancini gli ordina di fare un provvedimento contro legge. Il Direttore Generale osserva che non poteva rischiare la galera (papà mio diceva che aveva risposto in questa maniera “Lei, Signor Ministro gode dell’impunità politica, ma io vado in galera”).

A quel tempo un Direttore generale poteva essere rimosso solo dal Consiglio dei Ministri. e Mancini ha minacciato di far cadere il Governo se non gli avessero permesso di cacciare il Direttore Generale.

Da allora nessun dirigente pubblico si è più permesso di contraddire un politico. E i politici non hanno perso il vizio di profittare del denaro pubblico.

Carlo Violati

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