Presepe Bergamo, lettera aperta al Dirigente Scolastico Prof. Mastrorocco

IL PRESEPE E LA MALATTIA MENTALE
Lettera aperta al Dirigente Scolastico Prof. Luciano Mastrorocco Istituto De Amicis – Calendina- Bergamo.

presepe

Egregio Professore,

Abbiamo appreso del suo divieto circa la realizzazione del Presepe Natalizio all’interno del Suo istituto. Il Suo nome, Professore, temiamo si trasformera’, entro breve, nel simbolo stesso di una violenza che viene quotidianamente pepetrata in Italia e in Europa in nome di un orientamento sociale che oggi puo’ apparire “politicamente corretto” e “elettoralmente redditizio” ma che, nel giro fulmineo di qualche anno, crediamo verra’ bollato universalmente come pulizia etno-culturale.

Siamo certi Lei auspichi, al contrario, una progressiva tendenza al suicidio identitario a favore di una mono interpretazione integralmente apolide del genere umano e l’annientamento altrettanto progressivo di quelle caratteristiche antropologiche che rendono il nostro pianeta un luogo straordinario, basato essenzialmente su difffereziazioni efficacemente e organicamente connesse.

Vorremmo evitare, se possibile, che Lei cada nell’equivoco interpretativo di quanto segue. Leggendo la presente, infatti, Lei non tratta con una frangia leghista o con qualche estemporanea forma xenophoba semi-organizzata, Lei entra in impatto frontale con delle convinzioni dalle radici profonde. Lei si scontra con un nemico vero, specializzato, sotto forma di Comunita’ resistenti, diluite ovunque nel tessuto della Nazione, non per organigramma ma per appartenenza. Le garantiamo, nel muoverLe contro, non l’insulto disarticolato da social network ma un diverso e piu’ insidioso livello di contrasto.

Chiarito questo, possiamo tornare al Presepe… E in questo, quello che ci preme, e’ l’aspetto “rituale” e non certo l’interpretazione cristiano/ cattolica quindi, il diritto popolare di preservare delle consuetudini collettivamente sentite e celebrate da secoli.

Come una nativita’ possa offendere i pargoli della quinta colonna maomettana in Italia, ci risulta incomprensibile anche perche’ dovra’ ammettere che tra Re Magi afro, un Cristo semitico, una vergine Maria presumibilmente caucasica, un falegname arabo e Angeli biondi dagli occhi cerulei, nessun’altra rappresentazione al mondo, crediamo, possa essere ritenuta cosi’ multietnica… La presenza consitente di cammelli peraltro induce ad una atmosfera che ai nostri ospiti dovrebbe essere quantomeno familiare e non suggerire certo nebbiosi scenari padani.

Inoltre, se a Teheran, ad esempio, celebrano tranquillamente il Santo Natale, il culto cristico non entrando minimamente in rotta di collisione con nessuna convinzione di tipo coranico, vorrebbe illustrarci di cosa stà parlando? A meno che non si abbia in mente la trasformazione di questa disgraziatissima penisola in una suburra cairota, non vediamo come un bimbo islamico possa essre protetto dalle espressioni esteriori della nostra “disgustosa” civilta’.

Dove posizionera’ il limite di questo processo di autoflagellazione culturale? Le preme solo che nella “SUA” scuola le cose funzionino secondo i dettami assolutistici di un paio di ormonalmente disturbate in posizione istituzionale oppure… Le preme una visione piu’ ampia di una emergenza in corso? Come puo’ un uomo nella Sua posizione non comprendere che piu’ si reprime la nostra identita’ e le sue forme e piu’ si creera’ un conflitto interrazziale e interreligioso il quale non potra’ che evolvere verso la violenza piu’ cieca entro breve tempo? Lei e’ pronto ad assumersi nelle giuste proporzioni la responsabilita’ storica di un conflitto diretto senza quantomeno esplorare delle soluzioni meno fanatiche , assolutiste, offensive, religiosamente scorrette e brutali?

Quale e’ la Sua percezione del diritto del 30% rispetto al 100%? Se un giorno ci auguriamo lontano, quel 30% di minori stranieri che lei indica estaticamente dovesse trasformarsi nel 51%, Lei cosa farebbe ? Trasformerebbe il suo istituto in una madrassa afghana? Soffocherebbe dall’alto della Sua autorita’ discutibile i diritti di quel 49% di bambini italiani, cristiani e bianchi oppure difenderebbe il loro diritto a non assistere a invocazioni verso la Mecca, a fisiologiche discriminazioni proprie di un credo oscuro, estraneo, prevalentemente prevaricatore e geneticamente fanatico?

Lei e’ attratto dall’esotismo o dal diritto delle minoranze, Professore? Soffre di discriminanti teologiche o di sindrome post marxista del senso di colpa? Mentre Lei, come ci auguriamo , concedera’ a se stesso il tempo di una matura riflessione a riguardo, invitiamo (e non eufemisticamente) i genitori europei degli alunni del suo Istituto alla ribellione, alla disobbedienza civile fino a conquistare il diritto alla preservazione assoluta delle proprie tradizioni, se non in termini essenziali, quantomeno i termini di principio. Circa i loro ragazzi… Troveranno noi ad attenderli all’esterno, pronti a narrargli storie importanti di appartenenza, di coraggio, di identita’ e dei prezzi pagati dalla loro stripe perche’ le generazioni future vivessero come Popolo nel rispetto di altre realta’ ma sopratutto delle proprie.

CLAUDIO MODOLA

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