Perugia, bimbe mutilate: il padre “sarebbero prostitute se non fossero infibulate”

infibula

Perugia, 10 agosto 2014 –  ‘Se dovessimo tornare a vivere in Nigeria, senza infibulazione le mie figlie sarebbero allontanate e trattate come prostitute’. Emarginate dalla famiglia e dalla società. Questa l’incredibile affermazione di un  nigeriano messo ai domiciliari per l’infibulazione (la mutilazione degli organi genitali) sulle figlie di 4 e 10 anni, insieme alla moglie.

Fanno infibulare due figlie, coppia di nigeriani AI DOMICILIARI

L’integrazione è fallita e le pratiche tribali africane vengono esportate in Italia. Due mondi, due modi opposti di affrontare la condizione della donna che, nonostante le campagne di sensibilizzazione in Africa, non è ancora cambiata, ma anzi adesso viene esportata anche qui da noi.

In Italia la mutilazione degli organi genitali è un reato (articolo 583 bis) punito fino a 12 anni (e oltre se viene commesso su minorenni) di carcere. E’ previsto l’arresto e, in caso di condanna, decade la responsabilità genitoriale. Ed è un reato che si può applicare anche se commesso all’estero.

Durante l’interrogatorio entrambi i genitori delle piccole hanno tentato di difendersi sostenendo che l’infibulazione fu comunque svolta in Nigeria tra gennaio e settembre 2013 quando le bimbe erano dai nonni materni. Loro lo scoprirono dopo e comunque non si sarebbero potuti opporre perchè la decisione spetta agli anziani della famiglia. Questa è la cultura che stiamo importando.

All’esito dell’interrogatorio il legale aveva chiesto la revoca della misura: il giudice ha accolto la richiesta mantenendo come misura solo il divieto di espatrio per entrambi.

ORA scocca l’ora della difesa. Come racconta la nazione, il legale potrebbe chiedere un incidente probatorio per datare le cicatrici e provare, attraverso i visti sui passaporti, che le bimbe in quel periodo erano affidate ai nonni e loro erano in Italia. Accertamenti sono in corso anche da parte della procura (pm Massimo Casucci).

NELLA MISURA cautelare del giudice però si ipotizza anche un concorso morale dei genitori, in concorso con persone ignoti (i nonni ndr). Un caso non di facile soluzione.

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