Ci stiamo sparando nelle gambe per dare uno schiaffetto a Putin

Con l’abbattimento dell’aereo, l’Europa si è accorta che in Ucraina si sparava, e ha dovuto ubbidire a Obama e colpire il commercio di armi, petrolio, e le transazioni finanziarie – Solo che le esportazioni americane verso la Russia valgono 14 mld (che je frega), quelle europee 144: e ora la Duma si prepara a bastonare le società europee che fanno affari lì… PER I PAESI CON FORTI LEGAMI COMMERCIALI (VEDI L’ITALIA) SARÀ UN BAGNO DI SANGUE

autolesionismo

Beda Romano e Antonella Scott per “Il Sole 24 Ore

30 luglio – Dopo lunghi negoziati e molti dubbi, i Ventotto hanno trovato ieri un accordo per imporre controverse e, fino a poche settimane fa, inattese sanzioni economiche contro la Russia, per le sue responsabilità nel conflitto ucraino che, mentre si avvicina sempre più al centro di Donetsk, non lascia ancora intravedere alcuna via d’uscita.

In un comunicato, il presidente del Consiglio europeo ha spiegato ieri sera che «la situazione impone una risposta urgente e determinata». Dopo aver preso atto dei flussi di armi e di combattenti in entrata in Ucraina dalla Russia, Herman Van Rompuy ha precisato che il pacchetto di nuove sanzioni è «un segnale potente alla dirigenza della Federazione Russa: destabilizzare l’Ucraina o qualsiasi altro vicino dell’Europa orientale comporterà pesanti costi per l’economia russa».

0vanLe misure annunciate sono in linea con le notizie circolate nei giorni scorsi. Le sanzioni colpiranno la finanza, l’energia (l’esplorazione in acque profonde e nell’Artico), la difesa, le tecnologie sensibili a doppio uso civile e militare. I Ventotto hanno cercato di mettere a punto un pacchetto di misure che sia equilibrato e che possa limitare il danno per i Paesi che le impongono, riducendo per quanto possibile le conseguenze di eventuali ritorsioni russe. Le misure annunciate saranno regolarmente monitorate.

La sanzione più incisiva riguarda la scelta di vietare alle banche pubbliche russe di vendere azioni o obbligazioni con maturità superiore a 90 giorni a investitori europei. Le misure in campo militare riguardano contratti futuri, non quelli in essere. L’import-export di materiale sensibile sarà vietato in campo petrolifero, non nel settore del gas, di cui la Russia è un importante fornitore dell’Europa. Le sanzioni dovrebbero entrare in vigore il 1° agosto, quando verranno pubblicati dettagli precisi.

mogherI Ventotto hanno anche deciso, in una riunione ieri a Bruxelles a livello di ambasciatori sotto presidenza italiana dell’Unione, di sanzionare altri individui e altre entità rispetto a quelli già presi di mira in queste settimane. A essere colpiti sono altre otto persone, di cui quattro oligarchi vicini al presidente Vladimir Putin, e tre entità. Il totale degli invididui sanzionati sale a 95; quello delle entità a 23. Queste misure dovrebbero entrare in vigore entro domani, secondo un diplomatico europeo.

La netta accelerazione delle sanzioni europee contro la Russia è legata al dramma dell’aereo di linea malese abbattuto nei cieli ucraini il 17 luglio scorso, provocando la morte di 298 persone. Washington ha lasciato intendere che almeno indirettamente la responsabilità dell’abbattimento del Boeing è russa, perché Mosca avrebbe fornito ai ribelli filo-russi nella parte orientale dell’Ucraina le armi necessarie per un attentato di questo tipo.

hollandeE mentre le compagnie europee più legate alla Russia, quali Bp e Renault, manifestano la propria preoccupazione, gli economisti stanno cercando di capire quale sarà l’impatto di queste decisioni sull’economia europea e sui già difficilissimi rapporti politici russo-europei. A conferma di quanto queste misure siano comunque controverse, il presidente lituano Dalia Grybauskaite si è lamentato pubblicamente per la scelta di colpire solo i futuri contratti militari: «Purtroppo – ha detto – non è stato deciso nulla per fermare l’accordo sui Mistral», navi militari che la Francia ha già promesso alla Russia.

Ma i leader europei hanno deciso nella consapevolezza che il danno sarà reciproco: per le misure di ritorsione che Mosca non tarderà ad annunciare, per i freni imposti alle aziende europee e americane dalle sanzioni stesse, per il clima di incertezza e di ostilità che ormai incornicia i rapporti con la Russia di Vladimir Putin.

Si riaprono terreni consueti di scontro: due giorni fa Rosselkhoznadzor – l’agenzia russa per la sicurezza alimentare – ha avvertito che sarà possibile un blocco all’import di polli americani in Russia, vittime tradizionali degli scontri tra Mosca e Washington. Stessa sorte potrebbe toccare alla frutta europea, accusata di non essere all’altezza degli standard sanitari russi. Nel frattempo, la Russia ha messo sotto osservazione il formaggio usato da McDonald’s. Se le esportazioni americane verso la Russia sono dieci volte inferiori a quelle della Ue (14,2 miliardi di dollari contro 144,4), dopo il Messico la Russia è il secondo mercato per i polli americani.

Questo rischia di essere solo l’inizio. Alla Duma di Mosca, secondo l’Izvestija, c’è chi invoca l’adozione di un progetto di legge che impedisca a società dei «Paesi aggressori» di lavorare in Russia. Nel mirino finirebbero revisori dei conti, studi legali e consulenti. Citando il deputato Evghenij Fedorov, Izvestija fa i nomi di Deloitte, Kpmg, Pricewaterhouse, Coopers, Ernst & Young, Boston Consulting Group e McKinsey.

Un altro fronte che si apre è quello degli armamenti: lunedì Putin ha chiesto ai dirigenti del complesso militar-industriale di limitare le importazioni, «accelerando gli sforzi per sostituire a quelle materiale prodotto in Russia». Il gelo nei rapporti con gli Stati Uniti si è acutizzato ulteriormente quando ieri il governo americano ha accusato Mosca di aver testato un missile nucleare da crociera in violazione del Trattato bilaterale Inf (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty), firmato nel dicembre 1987 da Usa e Urss per eliminare missili balistici e da crociera di medio raggio, tra i 500 e i 5.500 km.

SOSTIENI IMOLAOGGI
il sito di informazione libera diretto da Armando Manocchia

IBAN: IT59R0538721000000003468037 BIC BPMOIT22XXX
Postepay 5333 1711 3273 2534
Codice Fiscale: MNCRND56A30F717K