Due cancellerie europee stanno studiando la fine dell’euro?

Euro8 luglio – Vi sarete resi conto che alcuni personaggi di primo piano della scena europea si sono di colpo ammutoliti. Cameron è tornato in Inghilterra lasciando a Bruxelles una maledizione: “Vi pentirete di aver scelto Juncker per la presidenza della Commissione europea“. Poi, il silenzio.

Manuel Valls, primo ministro francese nominato da Hollande per “salvare la Francia”, due settimane fa ha dichiarato: “Il cambio attuale dell’euro è inaccettabile, deve calare del 20%. La Francia non può sopportare un euro così”. Poi, anche lui s’è trincerato dietro un silenzio impenetrabile.

Marine Le Pen e Nigel Farage, manco si fossero messi d’accordo quando invece fanno fatica a salutarsi se s’incontrano, sono entrambi muti come pesci, che è tutto dire, se pensate chi sono. Lo stesso dicasi per Angela Merkel. Rajoy e via di seguito tutti gli altri.

L’esperienza mi dice che quando la politica tace è perchè qualcosa di grosso sta maturando. Se poi a tacere sono capi di stato e di governo di un’Europa dilaniata dalla crisi che ora ha aggredito addirittura la Germania, con la produzione industriale per il terzo mese di fila in ribasso (quello di giugno è dell’1,8%, fosse poco) allora questo “qualcosa” non è grosso, è enorme.

Renzi per due volte di fila nell’arco di 7 giorni ha detto che l’Italia è pronta ad abbandonare l’euro. La prima volta che l’ha minacciato ha fatto riferimento alla tragedia dell’immigrazione dal nord Africa che dissemina il Mediterraneo di morti e riempie l’Italia di disperati senza che la UE muova un dito o spenda un soldo. La seconda volta, due giorni fa, quando ha detto: “Non ha senso una moneta comune senza un destino comune”, per poi aggiungere “no all’Unione Europea dei banchieri e delle burocrazie”

Chiunque pensi siano voci dal sen di Renzi fuggite, si sbaglia. Perchè Renzi è stato l’unico a parlare dicendo quello che altri stanno facendo. Sì, avete capito bene. Ho notizia che in almeno due cancellerie europee, e una di queste ha sede a Berlino, non si stia lavorando sulla presunta “flessibiltà” ricercata dall’Italia, ma sull’uscita dell’Italia, della Francia, della Spagna dalla Zona euro.

E’ ormai chiaro a tutti i partner dell’euro, che la valuta unica europea ha fallito lo scopo di creare sviluppo, crescita, integrazione e benessere ed è fallita anche come modello per l’Europa unita, dato che ha creato violente divisioni.

Due cancellerie europee stanno alacremente studiando quale sia la via meno dolorosa e più rapida per far finire la follia dell’euro. La nomina di Juncker è uno schermo protettivo. Serve a nascondere il piano per evitare l’assalto della speculazione planetaria contro l’euro. Deve rassicurare mentre tutto ciò sta per accadere.

In questo senso non dovrà stupire se nelle prossime settimane alcune banche europee dovranno ammettere d’essere prossime al default. Una, austrica, l’ha già fatto.

Così pure, i mercati hanno fiutato che la Fed si sta preparando a qualcosa di enorme, sia con la drastica e inarrestabile diminuzione degli “stimoli” sia con l’abile mossa di dire e non dire che tra poco i tassi d’interesse sul dollaro riprenderanno a salire. Che è come suggerire: mollate l’euro che non rende niente e comprate dollari (depositandoli in banche americane) che vi renderanno un bel gruzzolo.

Quanto al resto, è evidente che Juncker darà ragione a tutti, tanto che gli costa? Darà ragione ai socialisti europei (tra i quali trovate il Pd) sulla crescita e lo sviluppo, darà ragione al PPE sul rigore e sulla “stabilità” e infine riuscirà a dare ragione perfino ai detrattori, continuando col suo scellerato stile di vita. Perchè lui sa.

Sedetevi in prima fila e godetevi lo spettacolo: Deep Impact in arrivo.

Max Parisi – il nord

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