51 mln di rifugiati nel mondo. L’ONU ammette indirettamente il suo fallimento

onu20 GIU – L’ONU ammette indirettamente il suo fallimento. Il numero di rifugiati, richiedenti asilo e sfollati in tutto il mondo ha superato i 50 milioni, per la prima volta dalla seconda guerra mondiale. Lo rivela l’ultimo rapporto dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr).

Alla fine del 2013, un totale di 51,2 milioni di persone risultavano sradicate da persecuzioni, crisi o conflitti, ben sei milioni in più rispetto ai 45,2 milioni registrati alla fine 2012, in particolare a causa dell’impatto del conflitto in Siria.

E’ il dato più alto dalla fine della Seconda guerra mondiale: 51 milioni di persone nel mondo fuggono dai loro Paesi a causa di guerre e persecuzioni politiche. L’ha diffuso l’Unhcr in occasione della giornata mondiale del rifugiato che viene celebrata oggi. Una cifra enorme, rispetto alla quale gli interventi delle agenzie umanitarie non potranno mai essere sufficienti, che racconta di un mondo senza pace. Il solo conflitto in Siria ha costretto alla fuga 9 milioni di persone, per la metà bambini. E mezzo milione sono quanti, proprio in questi giorni, si sono trovati nella stessa condizione in Iraq.

La presidente della Camera Laura Boldrini – che prima di entrare in Parlamento era la portavoce dell’Unhcr – sarà in Sicilia. Alle 10, nel porto di Augusta, salirà sulla nave San Giorgio, una delle unità militari impegnate nell’operazione Mare Nostrum, quindi visiterà uno dei centri di accoglienza che ospitano i rifugiati. Nel pomeriggio, al Teatro Greco di Siracusa, parteciperà all’evento organizzato dall’Alto commissariato dell’Onu.

Amnesty International punta il dito contro il Consiglio di sicurezza dell’Onu colpevole, secondo l’organizzazione, di “spettacolari fallimenti” nel mantenere la pace e la sicurezza a livello internazionale. L’attacco arriva in occasione della Giornata mondiale del rifugiato. “Abbiamo sollecitato gli stati membri del Consiglio di sicurezza ad agire più incisivamente per proteggere le popolazioni civili e prevenire la fuga di milioni di persone dalle loro case – si legge in una nota – La risposta inefficace o tardiva del Consiglio di sicurezza e, in alcuni casi, del segretariato delle Nazioni Unite ai conflitti in corso in Siria, Sud Sudan, Repubblica Centrafricana e Iraq, hanno consentito una spirale di violenza e la devastazione di innumerevoli comunità prima che venisse assunta, neanche sempre, un’azione degna di nota”.

 

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