Unimpresa: in 5 anni perso oltre 1 milione di posti di lavoro

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24 mag. – In cinque anni di crisi in Italia e’ andato perso oltre un milione di posti di lavoro. Dal 2008 al 2013 nel nostro Paese gli occupati sono scesi da 25,1 milioni a 24,1 milioni con un calo di oltre 1 milione di unita’ (-4,32%).
Nell’area euro l’occupazione e’ risultata in caduta del 3,25% (-4,9milioni) da 150,8 milioni a 145,9 milioni. Unica eccezione e’ la Germania (+3,25%) che ha dato impiego a 1,8 milioni di persone in piu’ (da 40,7 milioni a 42,2 milioni).

Questi i dati principali di un rapporto del Centro studi Unimpresa che ha analizzato l’andamento del mercato del lavoro in Italia e nell’area euro dal quarto trimestre 2008 al quarto trimestre 2013. L’analisi di Unimpresa – basata su dati Banca d’Italia, Eurostat e Istat – mette in luce che nell’area euro (Unione europea a 18) l’occupazione e’ calata complessivamente da 150,8 milioni a 145,9 milioni: i posti di lavoro in meno pertanto sono 4,9 milioni (-3,25%).

Dentro i nostri confini, in media si sono persi 200mila posti di lavoro l’anno. Gli occupati erano 25,1 milioni a dicembre 2008 mentre gia’ nel 2009 (quarto trimestre) erano calati a quota 24,1 milioni. Ancora una diminuzione nel 2010 (quarto trimestre) a 24 milioni e 676mila unita’, ancora giu’ a fine 2011 a 24 milioni e 575mila unita’ e in calo dopo altri dodici mesi (dicembre 2012) con 24 milioni e 520mila unita’ occupate. L’ultima istantanea, quarto trimestre 2013, restituisce una fotografia a tinte fosche: i posti di lavoro sono 24,1 milioni e ris petto all’inizio della crisi (quarto trimestre 2008) sono andati persi, dunque, 1 milione e 86mila posti di lavoro con un calo percentuale pari al 4,32%.

Non solo l’Italia, comunque, vede diminuire l’area dell’occupazione. Fra i principali paesi che adottano la moneta unica, il quadro e’ negativo anche in Francia e Spagna. Nel dettaglio, in Francia nel quarto trimestre 2008 gli occupati erano 27,1 milioni mentre a dicembre 2013 risultavano 26,9 milioni: i posti di lavoro persi sono 102mila (-0,37%). In caduta libera l’occupazione in Spagna che ha assistito a un crollo della forza lavoro: da 20,2 milioni a 17,2 milioni, gli occupati in meno sono 2,9 milioni (-14,67%).

In controtendenza la Germania: l’occupazione tedesca, nonostante la crisi finanziaria internazionale e la recessione che ha colpito l’Europa e il resto del Mondo, e’ aumentata del 4,52% da 40,7 milioni a 42,3 milioni con una crescita di 1,8 milioni di posti di lavoro.

“La situazione – commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi – e’ da allarme rosso. L’emorragia di posti di lavoro si estende a vista d’occhio giorno dopo giorno e non si vede una via d’uscita. Le imprese sono stremate e il fallimento e’ inevitabile.

Dopo le elezioni europee di domani, il governo di Matteo Renzi deve andare avanti a testa bassa; poniamo ancora una volta l’esigenza di varare riforme serie, volte a dare speranza agli imprenditori e pure alle famiglie. Per rimettere in moto l’economia, e quindi per far ripartire l’occupazione, dando alle aziende la possibilita’ di creare nuovi posti di lavoro, si deve dare impulso al credito e vanno tagliate le tasse”.

Secondo Longobardi “senza la liquidita’ delle banche e senza un abbattimento drastico della pressione fiscale il nostro Paese non ha futuro. In questo quadro drammatico, abbiamo assistito finora purtroppo a una grande irresponsabilita’ dei partiti, specie quelli della maggioranza chiamati a sostenere il vecchio esecutivo, che si sono divisi su questioni minori invece di pensare a salvare il Paese”. Per il presidente di Unimpresa “un ragionamento, e forse qualche ripensamento, va fatto anche in chiave europea: la Germania ha dati migliori, ma nel lungo periodo anche la robusta economia tedesca paghera’ il conto in assenza di politiche economiche in grado di far ripartire anche i paesi piu’ deboli”. (AGI) .

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