Prodi esorta a sfruttare il petrolio italiano, entrate +2,5 miliardi ogni anno

petrolio219 mag. – “Non facciamoci soffiare il petrolio dalla Croazia”. E’ un’esortazione quella dell’ex presidente del Consiglio, Romano Prodi. Soprattutto in un periodo, a livello energetico, di ‘vacche magre’ a causa delle tensioni tra Russia e Ucraina, sfruttare le risorse italiane di gas e petrolio rappresenterebbe una soluzione se non a tutti i problemi almeno a parte di essi. “Si tratta di giacimenti che si estendono nelle acque territoriali di entrambi i Paesi ma che, se non cambiera’ la nostra strategia, verranno sfruttati dalla sola Croazia”, sottolinea Prodi in un’intervista all’Huffington Post. “Ci troviamo in una situazione curiosa, per non dire paradossale, che vede il nostro Paese al primo posto per riserve di petrolio in Europa, esclusi i grandi produttori del Mare del Nord (Norvegia e Uk). Nel gas ci attestiamo in quarta posizione per riserve e solo in sesta per produzione.

Abbiamo quindi risorse non sfruttate, unicamente come conseguenza della decisione di non utilizzarle. In poche parole: vogliamo continuare a farci del male”. Nessun tabu’, spiega l’ex premier ma “semplicemente, quando ho letto le dichiarazioni del ministro degli Esteri della Croazia ho deciso di documentarmi. La conclusione che ho tratto dalla lettura e’ che se i dati dei croati sono veri – e la controparte italiana mi ha confermato che lo sono – siamo davanti a un caso classico, quello di un bicchiere con una sola cannuccia. Meglio averne due di cannucce, non le pare? I dati ci dicono che ci sono altre situazioni in sviluppo nel Mediterraneo su cui si appuntano interessi per la estrazione.

Mi sono dunque limitato ad analizzare il perche’ e a dire che, pur usando tutte le possibile precauzioni, non ci possiamo permettere di lasciare lo sfruttamento della nostra energia in mano altrui”. “Io dico l’ovvio. Quel giacimento di cui parliamo verra’ sfruttato”, spiega il Professore all’Huffington Post, “i croati sono pronti ad acquisirne i diritti e sono pronti industrialmente all’operazione. Se lo facciamo meta’ noi e meta’ gli altri e’ meglio, no? Ovviamente la sicurezza e la protezione dell’ambiente sono per tutti una priorita’, il ‘principio di precauzione’ ha la precedenza su tutto, ma la risposta ai rischi industriali non e’ il non fare, ma la capacita’ di governarli. Usando la testa, possiamo raggiungere livelli che ci danno sicurezza”.

“Io cito sempre il sindaco di New York. Che ripeteva: ‘pulire i cessi non e’ ne’ di destra ne’ di sinistra’. Fare le cose e’ semplicemente interesse comune. Questa e’ la mia metodologia”, evidenzia Prodi. “C’e’ di nuovo il fatto che da quando sono uscito dalla politica non mi viene nemmeno piu’ minimamente in testa l’idea di chiedermi che effetto faccia in politica quello che dico. In questo senso si, si puo’ dire che ho acquistato una liberta’ totale. Un liberta’ totale che, mi faccia specificare bene, non ho nessuna intenzione di perdere piu'”, sottolinea.

Secondo i numeri citati dall’ex presidente del Consiglio in Italia e’ possibile raddoppiare la produzione di idrocarburi a circa 22 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio entro il 2020. Solo questo significherebbe alleggerire la bilancia dei pagamenti di circa 5 miliardi di euro e aumentare le entrate fiscali dello Stato di 2,5 miliardi ogni anno. Si attiverebbero inoltre investimenti per oltre 15 miliardi di euro con ricadute positive in termini di nuovi posti di lavoro. agi

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