Nigeria, Cardinale Onaiyekan: islamici e cristiani vivono in armonia tra loro

 

1 apr – Abuja (Agenzia Fides) – La Nigeria è “la più grande nazione islamo-cristiana del mondo” dove le due maggiori religioni del Paese vivono in armonia tra loro e con i fedeli di altre religioni. Lo ha dichiarato il Cardinale John Olorunfemi Onaiyekan, Arcivescovo di Abuja, in una relazione presentata alla giornata di studio sulla libertà religiosa organizzata dalla Conferenza Episcopale Tedesca, tenutasi di recente a Muenster.

Di conseguenza, sottolinea il Cardinale Onaiyekan, la setta islamista Boko Haram è un fenomeno anomalo ( Il fenomeno anomalo qui >> , ndr) nel contesto socio-religioso nigeriano che non riflette la vera natura delle relazioni tra le fedi cristiana e musulmana del Paese. “A causa degli scontri etno-religiosi si ha la tendenza a sottovalutare il fatto molto importante che, nella vita normale del nostro popolo, esiste un lodevole impegno a vivere in pace e armonia attraverso le indicazioni religiose” ha aggiunto il Cardinale.

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Secondo il Cardinale Onaiyekan, la risposta alle violenze di Boko Haram non può essere solo militare, ma deve includere anche il dialogo politico e religioso. La politica, secondo il porporato, ha la sua parte di responsabilità perché alcune parti politiche hanno facilitato le azioni del gruppo o hanno deliberatamente rifiutato di assistere il governo centrale nell’affrontare la situazione creatasi nel nord-est, il terreno d’azione di Boko Haram.

“Sembra però che la situazione stia cambiando” ha sottolineato il Cardinale. “Tutte le forze politiche hanno compreso che siamo sfidati da una minaccia comune e che occorre unire le forze per affrontarla”.

I costi umani della violenza di Boko Haram sono diventati altissimi. Le autorità nigeriane hanno reso noto che solo nei primi tre mesi del 2014 più di mille persone sono state uccise in attentati commessi dalla setta, mentre sempre nello stesso intervallo di tempo, 249.446 persone hanno dovuto abbandonare la loro case divenendo sfollate all’interno della Nigeria o profughe nei Paesi vicini. (L.M.) (Agenzia Fides 28/3/2014)

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