19 mar – Dal divorzio alla Caritas. Nel giorno della festa del papĂ l’associazione avvocati matrimonialisti italiani lancia l’allarme e ricorda che un padre separato su tre è costretto a vivere in condizioni di povertĂ . A volte si tratta di insospettabili impiegati o funzionari dello Stato che arrivano a versare anche due terzi dello stipendio pur di mantenere moglie e figli. Ecco perchĂŠ serve al piĂš presto una legge: “Nel giorno piĂš importante della paternitĂ si pone il problema della drammatica condizione di centinaia di migliaia di padri separati del nostro Paese” ha infatti detto l’avvocato Gian Ettore Gassani, presidente dell’associazione.
“Si tratta – spiega il matrimonialista – di un problema sociale che dovrebbe rientrare prima o poi nell’agenda politica, perchĂŠ ha costi sociali allarmanti. In Italia un padre separato su tre (all’incirca 900.000) vive in una situazione di povertĂ . Continuano incessanti gli aiuti della Caritas e di altri enti benefici per garantire pasti caldi a molti padri separati (molte volte insospettabili impiegati e funzionari dello Stato che arrivano a versare anche 2/3 del loro stipendio per mantenere moglie e figli )”.
E continua: “In alcune cittĂ italiane (Roma, Genova, Torino, Bolzano) sono stati costruiti alloggi per papĂ separati e sono garantiti sostegni anche di carattere psicologico ed economico. Tuttavia manca una legge e una politica nazionale per fronteggiare questo fenomeno. Tutto è legato alla sensibilitĂ della singola cittĂ o della singola regione. La povertĂ di questi padri separati incide, molto spesso, sulla fine dei rapporti con i figli, indipendentemente dall’affidamento condiviso che è stato deciso dal giudice, che in questi casi si traduce in una mera enunciazione di principio”.
“Dunque la condizione dei padri separati in povertĂ – afferma ancora l’avvocato Gassani – incide negativamente anche sui figli, che si sentono orfani di padri vivi. Questa situazione sociale vanifica le convenzioni internazionali sui diritti dell’uomo e le convenzioni sui diritti dei figli”.
“Da sempre l’Ami propone il varo di una legge nazionale e di un fondo di solidarietĂ che miri a dare una via d’uscita a questo esercito di padri in difficoltĂ – ha concluso il matrimonialista – Molte storie tragiche (che spesso sfociano in suicidi) dipendono fondamentalmente anche da situazioni umanamente insostenibili. Lo Stato non può restare insensibile rispetto a questo fenomeno che ormai ha assunto proporzioni gigantesche”. tmnews
