Come la Troika sta distruggendo la Grecia per ricapitalizzare le banche

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5 MAR – Non accenna a sbloccarsi l’impasse raggiunta ad Atene nei negoziati tra il governo greco e la troika (Fmi, Ue e Bce) sull’attuazione del programma di risanamento dell’economia che darebbe il via libera all’assegnazione alla Grecia delle due tranche di aiuti per oltre 10 miliardi di euro. Per questo motivo il premier Antonis Samaras ed il suo vice Evanghelos Venizelos si incontreranno oggi per discutere i modi per sbloccare la situazione.

Dopo una settimana di dure trattative non si è registrato sinora alcun progresso. I tre rappresentanti dei creditori internazionali – i tedeschi Matthias Mors (Ue), Clauss Mazuch (Bce) e Paul Tomsen (Fmi) – starebbero inspiegabilmente creando, sostengono i media, nuove difficoltà mettendo sul tavolo delle trattative questioni su cui nemmeno essi stessi sono d’accordo, come l’ammontare della somma che servirebbe per la ricapitalizzazione delle banche.

Secondo il ministero delle Finanze e la Banca Centrale di Grecia, occorrono non più di 6,2 miliardi di euro mentre Tomsen (Fmi), sostiene che serviranno dagli 8,5 ai 9 miliardi. Mazuch (Bce) non è entrato nel merito perché, come ha sostenuto, responsabile per gli ‘stress test’ delle banche è la Banca Centrale, mentre Mors (Ue) non ha espresso alcuna posizione.

A questo punto la Banca Centrale procederà unilateralmente all’annuncio dei risultati degli ‘stress test’ condotti dalla società Black Rock.

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Inoltre la troika ha espresso perplessità riguardo la parte dell’avanzo primario del bilancio del 2013 che dovrebbe tornare a coloro che sono stati maggiormente colpiti dalla crisi come aveva preannunciato il premier. Samaras aveva parlato del 70% dell’avanzo, mentre per la troika tale percentuale è troppo alta. Nello stesso tempo non c’è alcun progresso sulle altre questioni irrisolte che riguardano le proposte dell’Ocse, considerate dalla troika fondamentali per il rafforzamento della competitività dell’economia greca tra cui la questione della scadenza del latte fresco e la vendita dei farmaci per i quali non serve la ricetta medica. (ANSAmed).

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