Russia: caso Bolotnaya, scontri e arresti vicino al tribunale di Mosca

bolotnaya24 feb. – Scontri e arresti a Mosca, nei pressi del tribunale Zamoskvoretsky dove e’ in corso la lettura della sentenza del caso Bolotnaya, dal nome della piazza di Mosca teatro degli scontri alla manifestazione contro Vladimir Putin del maggio 2012. Sul posto, secondo quanto constatato dall’Agi, i fermi sono gia’ una decina. Tra i manifestanti arrivati davanti al tribunale vi sono anche anche il blogger e oppositore Alexey Navalny e la veterana dei diritti umani Lyudmila Alexeeva.

La folla, qualche centinaio di persone al momento, grida slogan come “liberta’” e mentre l’appellativo di “ladro” e’ rivolto a Vladimir Putin, in queste ore alle prese con la rivolta che ha riportato Kiev tra le braccia dell’Unione europea. Gli otto imputati erano stati giudicati venerdi’ scorso tutti colpevoli di disordini di massa e violenza contro le forze dell’ordine. L’accusa, in un processo che l’opposizione considera emblematico della repressione delle proteste della societa’ civile, aveva chiesto dai due ai sei anni di detenzione.

Lyudmila Alexeyeva
Lyudmila Alexeyeva

Gli otto imputati sono Serghei Krivov, Alexandra Naumova, Andrei Barabanov, Alexander Polikhovich, Artyom Savyolov, Stepan Zimin, Denis Lutskevich e Artyom Belousov. La difesa – che ha subito annunciato ricorso contro la condanna – puntava alla loro scarcerazione. “Spero almeno che la pena non sara’ troppo severa”, aveva dichiarato ai giornalisti il legale di uno degli imputati, Dmitri Aganovsky.
Fuori dal tribunale si erano raccolte centinaia di persone a chiedere la liberazione degli otto, ma anche in quell’occasione furono eseguiti circa 200 arresti.

Il caso Bolotnaya risale al 6 maggio 2012, quando alla vigilia dell’insediamento al Cremlino di Vladimir Putin per il suo terzo mandato presidenziale, nella capitale russa una grande manifestazione anti-governativa fini’ in scontri tra polizia e dimostranti. A detta dell’opposizione e dei rapporti di alcune organizzazioni indipendenti, a provocare le violenze furono gli agenti.
Inizialmente gli imputati erano 29, di cui 3 gia’ condannati.
Altri quattro, invece, sono stati scarcerati a dicembre perche’ rientrati nell’amnistia voluta dal presidente. Secondo i difensori dei diritti umani, il processo Bolotnaya e’ la dimostrazione che il Cremlino mira a un giro di vite sulla societa’ civile, dopo che questa aveva osato alzare la testa nelle proteste verificatesi tra la fine del 2011 e la meta’ del 2012. (AGI) .

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