La Lettonia entra nell’Eurozona: autorità orgogliose, gente preoccupata

lettonia31 dic – La Lettonia entra nell’eurozona: da domani il piccolo Stato baltico sarà il 18esimo Paese con la moneta unica europea. Quattro anni pareva impossibile, con il Pil a -18 %, mentre quest’anno dovrebbe chiudere a +4,2%, stessa percentuale attesa per il 2014.

Le autorità ne sono orgogliose, anche se sarà un premier dimissionario a prelevare da un bancomat dopo la mezzanotte la prima banconota in euro: Valdis Dombrovskis ha lasciato l’incarico dopo il crollo del tetto di un supermercato nel centro di Riga, 54 morti, lo scorso novembre. Ma la gente è preoccupata: ancora pochi mesi fa il 58% dei lettoni dichiarava di avere timori per il futuro da euro-Stato, allarmato soprattutto da un possibile aumento dei prezzi, e un po’ dall’idea che con l’uscita di scena del Lat si perderà in qualche modo un pezzo di sovranità. Un timore che echeggia il non facile passato, per niente remoto, da Repubblica sovietica. Ancora nel 1991, Mosca mandava i carri armati per tentare di fermare la dichiarazione di indipendenza. Invano. La Lettonia è diventato Paese membro della Nato e dell’Unione europea nel 2004.

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Questi primi dieci anni nell’Ue, l’economia di Riga li ha passati sulle montagne russe. Prima “Tigre Baltica” con crescita annua del 10% nel 2006-2007, poi travolta dalla crisi, con un crollo senza pari in tutta l’Unione. Incassato un prestito da 7,5 miliardi di euro da Fmi e Ue, però, la Lettonia si è rimboccata seriamente le maniche. E a suon di riforme e austerity ha risanato l’economia e rilanciato la crescita, presentandosi agli ultimi esami europei, quest’anno, con il deficit all’1,3% del Pil, il debito pubblico al 40,07 del Pil.

“Il desiderio della Lettonia di adottare l’euro è un segno di fiducia nella nostra valuta comune ed è un’ulteriore prova che quanti prevedevano la disintegrazione dell’euro si sbagliavano”, commentava il commissario Ue agli Affari economici e monetari Olli Rehn, lo scorso giugno, dopo l’ok definitivo della Commissione.

Qualche dubbio resta. Settore molto debole, che ha contribuito non poco allo scoppio della crisi nell’area baltica, quello bancario attira ancora parecchi dubbi, in particolare per la possibilità che l’adozione dell’euro si traduca in un afflusso massiccio dall’Est i capitali da riciclare.

Ci sono venti banche registrate in Lettonia, una per ogni 100mila abitanti (poco più di 2 milioni), e oltre la metà sono “banche boutique”, che vivono di fondi stranieri in arrivo in buona parte dall’ex Urss.

Proprio quest’anno un istituto di credito è stato multato per omissione di controllo su denaro transitato sui suoi conti e legato al caso Magnitsky, dal nome dell’avvocato russo che denunciò uno spaventoso giro di corruzione gestito da funzionari dell’Interno a Mosca. Sergey Magnitsky è morto in carcere nella capitale russa nel 2008 e il fondo Hermitage Capital, per cui lavorava, ha puntato il dito contro la Lettonia. L’autority di Riga ha comminato la multa, ma si è rifiutata di fare il nome della banca sanzionata.

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One thought on “La Lettonia entra nell’Eurozona: autorità orgogliose, gente preoccupata

  1. La gente della Lettonia fanno bene ad essere preoccupata perché saranno cavoli amari anche per loro!

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