11 dic. – Matteo Renzi ha presentato la sua segretria. Una squadra di 12 persone, di cui ben 7 sono donne. “Perché a noi le pari opportunità non bastano”, ha spiegato il sindaco di Firenze in maniera spiritosa. Fra le sette donne c’è Marianna Madia la cui carriera politica è cominciata nel 2008 quando l’allora candidato premier del Pd, Walter Veltroni la scelse con una delle sue capolista a Roma. Ma la sua inesperienza e una passata relazione con Giulio Napolitano (il figlio del presidente della Repubblica) le sono valse molte critiche. Nonostante ciò negli ultimi anni si è contraddistinta sempre per l’attaccamento ai “valori” della sinistra.
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“Gli attacchi a Marianna Madia sono inaccettabili e sembrano non appartenere per toni e modalita’ a quella che dovrebbe essere la vera identita’ del Partito Democratico”, cosi’ le deputate democratiche Pes, Rotta, Tidei, Malpezzi, Mura, Simoni, Sanna, Zampa, Coccia, Moretto, Moretti, Gadda, Ghizzoni, Scuvera, Rubinato, Morani, Iori, Quartapelle, Manzi, Marzano, Pini, Sbrollini, Rostan, Rocchi, Villecco Calipari, Piccoli Nardelli, in una nota sulla lettera aperta di Chiara Geloni, direttore uscente di Youdem Tv, la web tv del Pd.
In un post pubblicato sull’Huffington Post la giornalista aveva attaccato duramente la neo eletta responsabile lavoro della segreteria di Renzi, accusandola di trasformismo politico. “Appare incomprensibile come una collega possa e debba essere giudicata sulla base della presunta appartenenza a una corrente piuttosto che sulla valutazione del lavoro svolto in questi anni in Parlamento – proseguono le deputate – Marianna e’ stata scelta per merito, su questo non vogliamo ci siano dubbi: la sua competenza sui temi del lavoro e’ nota a tutti, cosi’ come la disciplina e la passione con cui svolge il suo mandato. Da donne e da democratiche prendiamo le distanze da attacchi generici e pretestuosi, volti a riproporre gli scontri interni legati a quella brutta malattia che e’ il correntismo. Ci auguriamo che nel nuovo corso del Pd certe vecchie logiche lascino il passo alla volonta’ di lavorare insieme, da veri colleghi, non da rivali”.