Ditte cinesi, a Orvieto evasione di due milioni. Lavoratori ridotti in schiavitu’

cinesiTerni, 5 dic. – Una maxi evasione superiore a 2 milioni di euro, con Iva evasa per piu’ di 400mila euro, e’ stata contestata dalla Guardia di finanza di Orvieto a 2 cinesi, titolari di altrettante ditte individuali nella provincia di Terni. Secondo quanto emerso dalle indagini delle Fiamme gialle, sfruttando una consistente mano d’opera clandestina, le due ditte producevano filati, capi di abbigliamento, semilavorati tessili, che venivano rivenduti a societa’ sartoriali vicine alle grosse case di produzione del settore.

A fronte dei ricavi, che dovevano fatturare in vendita, registravano false fatturazioni in acquisto, per importi analoghi, emesse da altre ditte cinesi del centro e del nord Italia, la maggior parte delle quali, cessate o inesistenti. In questo modo abbattevano del tutto i consistenti utili derivanti dalle vendite della merce, occultando al fisco una somma calcolata dai finanzieri in 2.055.842 euro, con una Iva dovuta per 415.583 euro.

Pessime le condizioni di vita dei lavoratori dipendenti: un’ottantina circa di cinesi vivevano rinchiusi all’interno di un capannone industriale, dormendo su materassi sporchi e malsani, poggiati anche sui pavimenti, consumando i pasti in un refettorio comune ed in condizioni igieniche disastrose, disseminato di alimenti avariati o in pessimo stato di conservazione, con a fianco decine di macchine da cucire.
Dormivano, mangiavano e lavoravano in quello stesso stabile giorno e notte, in condizioni ed orari di lavoro massacranti, completamente in nero. I finanzieri hanno contato al termine dell’accertamento 77 posizioni lavorative irregolari e 2 completamente in nero, impiegate negli anni dal 2009 al 2013, contestando una cifra complessiva di circa 225 mila di omessi versamenti di contributi Inps. I capannoni sono stati sottoposti a sequestro, anche a seguito dell’intervento, avvenuto, ad inizio verifica, del personale dell’Asl e dei vigili del fuoco, che hanno riscontrato una situazione talmente degradanti in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro da esporre i dipendenti al pericolo per la salute, la sicurezza e l’incolumita’ personale. Al termine dell’operazione, denominata ‘Fabro Fibra’, i titolari delle due aziende sono stati denunciati per dichiarazione fraudolenta mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e omesso versamento di ritenute previdenziali ed assistenziali.
Un terzo soggetto di etnia cinese, il cui scopo era quello di reclutare manodopera in nero per le due ditte in verifica, approfittando dello stato di bisogno e di necessita’ dei lavoratori, e’ stato denunciato per sfruttamento del lavoro.

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