La deputata grillina cerca di chiedere scusa, ma in realtà continua la polemica

grilla

13 nov – “Come abbiamo scritto ieri – dice la deputata Emanuela Corda – sappiamo distinguere molto bene chi, come i nostri militari, ha assolto fino al supremo sacrificio al proprio dovere e chi invece, dal governo e dal parlamento, ha la responsabilità di aver portato l’Italia in Iraq in una guerra illegittima, crudele e che ha amplificato le sofferenze di quel popolo”. “Lo dico sommessamente – continua Corda-, in un Paese normale, a fare scandalo dovrebbero essere le lacrime del Ministro della Difesa dell’epoca versate ieri in parlamento, per aver portato l’Italia in guerra in base ad una menzogna, l’esistenza di armi di sterminio di massa, e dal quale ancora non abbiamo sentito le scuse. Scuse che invece sarebbero doverose, sia nei confronti dei nostri militari che ci hanno lasciato la pelle, sia nei confronti del popolo iracheno che continua ancora oggi a versare sangue innocente”.

La deputata del Movimento 5 stelle Emanuela Corda chiede scusa ai familiari delle vittime della strage di Nassiriya, dopo le sue affermazioni in Aula di ieri che hanno suscitato fortissime polemiche. “Le vittime militari e civili morte a Nassiriya – ha affermato intervenendo nuovamente questa mattina durante l’esame del processo verbale della seduta di ieri  sono in cima ai miei pensieri e sono vicina ai familiari che si sono visti sottrarre padri, figli e mariti da quel terribile atto omicida e da quella sporca guerra”.

“Mi ripugna l’idea stessa di trasformare il proprio corpo in un ordigno assassino, per dare la morte a se stesso e agli altri. Non ho fatto l’elogio del Kamikaze, ma ho, al contrario, denunciato l’orribile ideologia che, sfruttando la disperazione e l’ignoranza, lo ha portato a trasformarsi in una bomba umana. Sono contro il fanatismo e nella mia idea di società laica e plurale non c’è spazio per il fondamentalismo religioso. Se le mie parole hanno soltanto minimamente offeso i familiari delle vittime di Nassiriya chiedo scusa a loro, perché questa non era in modo alcuno mia intenzione”.

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