Bondi e il Pdl: da Napolitano e Letta un atto di sfida e di ricatto

28 set. – Sandro Bondi ha duramente attaccato il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e il premier, Enrico Letta. “Gia’ il fatto che presidente del Consiglio e presidente della Repubblica concordino una linea da seguire dopo il gesto etico e civile assunto dai parlamentari del Pdl, rappresenta un atto di sfida e di ricatto piuttosto che di rispetto e di comprensione di fronte a una testimonianza che avrebbe dovuto essere riconosciuta nelle sue motivazioni profondamente democratiche”, ha dichiarato il coordinatore del Pdl.

“L’iniziativa concordata di Napolitano e Letta e’ un’ulteriore umiliazione del popolo dei moderati”, ha aggiunto .

«Il presidente del Consiglio si è assunto la gravissima responsabilità di non deliberare su provvedimenti economici» per «evitare l’aumento dell’Iva». Così Renato Schifani (Pdl), a SkyTg24. «Il provvedimento era pronto, non è stato adottato per motivazioni politiche», spiega.

Lo stop alla manovrina è stato «un gesto forte» e se Letta «subordina queste scelte a un voto di fiducia, a un chiarimento, lo faccia subito, prima di martedì, altrimenti le responsabilità dell’aumento dell’Iva non saranno del Pdl», sottolinea Renato Schifani. «Mi auguro che prevalga la volontà di accelerare la verifica, gli italiani non possono attendere tempi inutili – afferma il capogruppo del Pdl – Il provvedimento non è stato adottato per motivazioni politiche: quando succede questo, la politica ha i suoi doveri».

Daniele Capezzone, presidente della commissione Finanze, ha stigmatizzato quello che ha definito “modesti ricatti” su Imu e Iva. “E’ l’ora che qualcuno, al governo e nel dibattito politico-mediatico, la smetta con le bugie e con le tasse”, ha dichiarato.
“Primo. E’ assolutamente ridicolo che il Governo sappia solo confermare l’aumento Iva, oppure – come alternativa – sappia solo proporre un risibile rinvio con coperture fatte di altre tasse (accise, acconti, ecc). Se un governo non e’ in grado di realizzare 1 miliardo di tagli di spese su 800 miliardi di spesa pubblica, dopo tutte le proposte che abbiamo avanzato, allora si copre di ridicolo”, ha spiegato. “Secondo.
Non ha senso la minaccia sulla prima rata Imu 2013: il decreto si puo’ tranquillamente convertire in qualunque momento, anche a Camere sciolte”, ha assicurato Capezzone.
“Terzo. Non ha senso la minaccia sulla seconda rata Imu 2013. Cosa aspetta il Governo a varare il decreto per cancellarla, come si era impegnato solennemente a fare, salvo scegliere (a fine agosto scorso) un furbesco rinvio di qualche settimana?”, ha proseguito.
“Sono trucchetti modesti e inconsistenti, che non riescono a celare la totale mancanza di strategia di questo esecutivo in materia di tagli di spesa e di tagli di tasse”, ha concluso.

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