Massa, Bruzzi sulla scultura della tunisina: “Quest’opera in chiesa è blasfema”

bruzzi

4 lug –  Ha cercato di distruggere una scultura perché ”blasfema”. E’ accaduto ieri sera nella chiesa delle Lacrime di Carrara (non più adibita al culto) dove, per la kermesse Marble weeks, ha trovato spazio un’opera della tunisina Donia Maaoui per una mostra organizzata insieme al marito Michel Bouquillon. Protagonista dell’episodio Alessandro Bruzzi, già consigliere di circoscrizione della Destra e anche candidato alle ultime politiche.

Secondo quanto emerso per l’uomo la scultura non sarebbe consona con l’ambiente che la ospita, anche perché posta sotto un crocifisso. Bruzzi, secondo quanto ricostruito, avrebbe afferrato e poi agitato l’opera venendo quindi bloccato prima da un custode e poi dai carabinieri. Non è comunque scattata alcuna denuncia: l’opera, secondo quanto accertato dai carabinieri, non risulta essere stata danneggiata.

”Un episodio inqualificabile, un atto che deve essere respinto nella forma, nei metodi e nei contenuti – il commento del sindaco di Carrara, Angelo Zubbani -. Carrara ha una limpida tradizione di accoglienza degli artisti che vengono nella nostra città per scolpire e generare bellezza secondo i loro gusti e con modalità che rispettiamo. Ho espresso a Donia Maaoui e a Michel Bouquillon il mio sincero apprezzamento per la mostra che hanno realizzato all’interno della chiesa delle Lacrime e sarò di nuovo e sempre con loro per difendere la loro libertà di espressione”.

Spot italiano con modella seminuda, il Marocco s’infuria

18 apr 2012– Proteste e contestazioni in Marocco contro l’azienda di moda italiana Fornarina per avere lanciato, nella sua campagna pubblicitaria della stagione primavera-estate di quest’anno, immagini e video ritenuti “provocatori” e “offensivi della religione musulmana“. La tv satellitare saudita al Arabiya ha dedicato ampio spazio a questa vicenda che ricorda altre contestazioni nel mondo islamico del recente passato, con il timore che si rischi di “degenerare in violenza”, come promettono gli stessi attivisti marocchini intervistati dall’emittente araba sia in patria che tra la loro comunità in Italia.

A fare adirare gli islamici è soprattutto un video pubblicitario che mostra una modella con vestiti succinti ripresa all’interno di una storica scuola religiosa a Marrakech; nelle immagini si vede la modella posare nell’atrio interno della maddrassa con alle spalle le mura incise con bassorilievi di versi del Corano, il libro sacro dei musulmani. “Sono immagini offensive e provocheranno reazioni di rabbia e di condanna sul terreno”, commenta ai microfoni di al Arabiya, l’attivista islamico locale Abdul al Ghani Ballut. L’uomo accusa anche il governo del suo paese di “essere corresponsabile” con la Fornarina per aver dato il permesso alle riprese, con tutto che da anni la scuola non è più un luogo di culto per essere stata sconsacrata e aperta al pubblico, anche non musulmano.

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