Referendum: Abroghiamo il gioco d’azzardo

gioco

Giorno dopo giorno, e con ritmi incalzanti, assistiamo al mutamento del tessuto economico delle nostre città.

In molte strade, merci e volti sorridenti di commercianti hanno ceduto il passo a lunghe e scure tende di tessuto pesante ed impenetrabile che, correndo lungo le vetrine, “nascondono” la vergogna della legalizzazione del gioco d’azzardo con cui un Legislatore miope ha pensato di porre rimedio al problema delle bische clandestine nel nostro Paese.

In luogo di più sostanziosi stanziamenti per combattere la criminalità organizzata ed il gioco clandestino, qualcuno ha pensato di legalizzare il fenomeno per favorire la nascita di potenziali concorrenti. Tutto nell’illusoria logica di “impoverire” le mafie, dirottando lauti guadagni nelle casse dello Stato.

La realtà, invece, è altro.

Gli innumerevoli servizi pubblicati da tante testate giornalistiche dimostrano il grande “abbaglio” preso da “tecnici e politici” di tutti gli schieramenti. Il grande business che si sta realizzando non scoraggia affatto la criminalità, non arricchisce lo Stato e non libera dalla schiavitù del gioco i cittadini più deboli.

Contrariamente alle premesse, ai “furbi” di ieri è stata data legittimazione ufficiale e lo Stato, all’esito del doveroso bilanciamento tra entrate (esigue) ed uscite (sostanziose), rimette svariati miliardi di euro.

Studi ufficiali dimostrano la diffusione progressiva di una grave patologia, la ludopatia, che colpisce una fascia di popolazione pari al 3-4%, seminando disperazione ed esclusione sociale a fronte delle quali i nostri servizi sociali, assistenziali e sanitari si vedono costretti a sostanziosi investimenti.

Da cittadini  non possiamo pensare di assistere passivamente a questo scempio e di tollerare oltre leggi ingiuste e, soprattutto, contrarie alla dignità di ogni essere umano e al bene comune.

La nostra è una battaglia di libertà, condotta per l’interesse collettivo ed in difesa delle persone più deboli.

Aiutaci!

Leggi perché vogliamo usare lo strumento del referendum abrogativo.

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