Ass. Naga: la stampa contribuisce a creare un’immagine negativa dei rom

rom7 mag. “Dalla nostra analisi emerge che nel 30% degli articoli sono presenti dichiarazioni che si possono considerare discriminatorie.” E’ quanto emerge dallo studio condotto per 10 mesi, da giugno 2012 a marzo 2013, dai volontari dell’associazione Naga di Milano che hanno analizzato 500 articoli relativi a cittadini rom e sinti (o che vi facessero solo riferimento) pubblicati su 9 testate giornalistiche nazionali e locali: Corriere della Sera, La Repubblica, La stampa, Il Sole 24 ore, Il Giornale, Libero Quotidiano, La Padania, La Prealpina e la freepress Leggo.

“L’indagine che abbiamo svolto parte dal presupposto che anche attraverso la stampa si costruisce un’immagine sociale negativa dei rom e sinti” ha spiegato Natascia Curto, una delle volontarie che ha curato la ricerca presentata oggi presso la sede dell’associazione di volontariato (laica e apartitica che si è costituita a Milano nel 1987) che si occupa di promuovere e di tutelare i diritti dei cittadini stranieri, rom e sinti, sottolineando che “dall’analisi svolta emerge anche l’associazione sistematica dei rom con fatti negativi che non li vedono direttamente coinvolti.

Si può affermare che inserire i rom in articoli che parlano di fatti negativi è un’abitudine molto diffusa in tutti i giornali”. “La maggiore frequenza di articoli che parlano di rom è riconducibile alle testate nazionali, con una significativa prevalenza per il Corriere della Sera e La Repubblica, seguiti da Libero nella sua edizione milanese” hanno spiegato Cristina Ferloni e Fanny Gerli, le volontarie che hanno svolto l’analisi quantitativa della ricerca, spiegando che “le dichiarazioni discriminatorie analizzate rimandano in prevalenza a racconti di intolleranza sociale e discriminazione (37,2%), seguiti da quelli che fanno emergere una differenziazione tra un ‘noi’ e un ‘loro’ (32,3%)”.

“Leggendo i giornali ci siamo rese conto che le affermazioni discriminatorie nei confronti dei rom vengono lasciate scorrere senza che suscitino alcuna reazione né personale né collettiva, – hanno concluso le volontarie – evidentemente il pregiudizio verso i rom è talmente radicato nella cultura nella quale viviamo da non essere neanche più riconosciuto e da aver raggiunto il livello ontologico: è sufficiente essere rom per essere qualcosa di negativo, non serve compiere nessuna azione”.

“L’indagine ha messo in luce il ruolo che la stampa ha nel costruire e confermare l’immagine sociale dei rom e come, a prescindere dalle intenzioni, il trattamento che essa fa dei rom possa contribuire a creare nell’opinione pubblica un’idea negativa di queste persone, rinforzando così le barriere che impediscono la piena fruizione dei diritti civili e sociali da parte dei rom: questo è l’effetto, ed è un effetto discriminatorio” ha affermato il presidente del Naga Cinzia Colombo, spiegando però che “la stampa può essere anche uno strumento di conoscenza e avvicinamento” e “per questo motivo proponiamo ai singoli giornalisti, all’Ordine dei giornalisti, ai titolisti, alla Fnsi e agli editori di: rispettare e applicare le Linee guida per l’applicazione della Carta di Roma; firmare l’appello ‘I media rispettino il popolo Rom’, lanciato da Giornalisti contro il razzismo; dare voce ai cittadini rom e sinti, raccogliere le loro voci, interpellarli e ascoltarli come fonti”. (TMNews)

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