Ue: studio sui cambiamenti climatici nell’area del Danubio

Solo due anni fa, nel 2011 la UE ha stanziato 100 mld di euro per  per un lifting verde del Danubio, per renderlo “vetrina ecologica dell’Europa, simbolo delle politiche ambientali più avanzate del pianeta”. Il finanziamento europeo era destinato a favorire la nascita di una fiorente ‘green economy’ sulle sponde del Danubio, costituita da un mix di mobilità sostenibile, fonti rinnovabili. (http://www.zeroemission.eu/portal/news/topic/Sviluppo-Sostenibile/id/13070/Danubio-ecovetrina-della-Ue-grazie-a-un-piano-da-100-mld)

danubio1 magg – A distanza di 2 anni parte un altro progetto (di cui ancora non si conoscono i costi) sulla strategia di adattamento ai cambiamenti climatici nella regione del Danubio, che coinvolge otto Stati membri Ue (Germania, Austria, Ungheria, Repubblica ceca, Slovacchia, Slovenia, Bulgaria e Romania) fino a sei Paesi dei Balcani occidentali (Croazia, Serbia, Bosnia Erzegovina, Montenegro, Moldova e Ucraina). Lo ha annunciato Dominique Ristori, direttore del Joint Research Centre (Jrc), il servizio scientifico interno della Commissione europea, in occasione del lancio a Bruxelles della strategia europea di adattamento al clima.

”Il prossimo 16 maggio a Bratislava si terra’ la riunione di partenza che include politici e scienziati di tutti i Paesi coinvolti nella strategia per il bacino del Danubio” spiega Ristori. ”Le priorita’ d’azione comuni – afferma il direttore del Jrc – sono la protezione dell’ambiente, la navigabilita’, la produzione di energia idroelettrica e l’irrigazione delle grandi produzioni agricole nei Paesi della regione”.

Prima di sviluppare interventi di adattamento al clima quindi si partira’ dalla ricerca, con progetti ”che devono essere sviluppati dai Paesi partecipanti, utilizzando fondi strutturali e in parte quelli per la ricerca Ue’‘ riferisce Ristori. ”Se la strategia del Danubio acquistera’ notorieta’ e dara’ risultati, l’esperienza potra’ essere trasferita in altri grandi fiumi, dal Nilo al Mekong” conclude il direttore del servizio scientifico della Commissione Ue.

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