Gli ambientalisti non vogliono le croci: deturpano l’ambiente

croce

Non importa che siano opere storiche o artistiche, o semplicemente di sincera devozione. Gli ambientalisti della Mountain Wilderness Italia non ne vogliono più sapere di croci, di “crocifissi, di statue di madonne e di santi, di altarini in ricordo di defunti”. Deturpano l’ambiente e il buon gusto.
Così il 30 marzo hanno lanciato un comunicato: “
La montagna viene usata come palcoscenico di ambizioni personali o di gruppo, per imporre aggressivamente convinzioni religiose, marcare il territorio con un proprio segno inconfondibile, o per costruire business”.
Imporre aggressivamente? Marcare il territorio? Incredibile il contesto semantico.
Qualcuno dirà che il comunicato fa riferimento anche a “opere artistiche di carattere profano”, ma potrebbe essere solo la nota aggiunta per difendere la propria (dubbia) imparzialità.

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13 aprile 2013
Gli ambientalisti insorgono: Basta con le croci in montagna

Statue e altri simboli – prevalentemente religiosi – di dubbio gusto invadono le cime delle montagne. Mountain Wilderness lancia un appello per fermare questo scempio.

L’abitudine (di cui Cronache Laiche si era già occupata) a marcare le nostre montagne con strutture invasive d’ogni tipo – ma prevalentemente religioso – e dimensioni, è talmente dura a morire che alcune associazioni ambientaliste hanno lanciato un appello pubblico per fermare questo scempio insensato. Stavolta è stata Mountain Wilderness Italia a lanciare l’appello, con un comunicato del 30 marzo scorso poi sottoscritto anche da WWF Italia, Pro natura, Amici della Terra, Comitato per la bellezza, Italia nostra, Altura, Comitato nazionale per il paesaggio.

Mountain Wilderness afferma che «in questi ultimi anni con sempre maggiore frequenza, il tradizionale uso di segnalare con una modesta croce il culmine delle montagne ha assunto un carattere sempre più vistoso e autoreferenziale, allontanandosi dal significato originario al punto da destare ragionevoli perplessità […] La montagna viene usata come palcoscenico di ambizioni personali o di gruppo, per imporre aggressivamente convinzioni religiose, marcare il territorio con un proprio segno inconfondibile, o per costruire business». [..]

Fonte nocristianofobia

 

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