Algeria: il salafita Belmokhtar, una mina vagante della jihad islamica

Belmokhtar

17 gen – Nel 1991 inizia il ”cursus honorum” di Mokhtar Belmokhtar, leader salafita che avrebbe rivendicato l’assalto al campo perolifero algerino di In Amenas.

Algerino, classe 1972, aderisce alla Jihad poco piu’ che ventenne. Nella sua prima esperienza da combattente perde un occhio; d’ora in poi ”il guercio” sara’ il primo soprannome di Belmokhtar che lo accompagnera’ nella sua tattica sanguinaria per rimanere al centro delle dinamiche per il controllo dell’universo jihadista. ”Guercio” ma anche ”l’imprendibile” e ”Signor Marlboro”.

Dopo il battesimo del fuoco nei campi di addestramento di Jalalabad, nel 1992 Belmokhtar torna in Algeria, agli albori della guerra civile, dove inizia ad arruolare volontari per formare il ”Battaglione dei Martiri”. Successivamente si unisce ai gruppi armati del Gia, creando una sua unita’ combattente, una ”katiba”, con la quale inizia ad operare nel Sahara.

Nel 1998 aderisce ai Gruppi salafiti per la predicazione e il combattimento (Gspc), ala dissidente del Gia, con le quali inizia ad acquistare il controllo del Shael attraverso atti di terrorismo brigantaggio e contrabando. Acquista altri due soprannomi, MBM e ”Signor Malboro”, e accanto al controllo del traffico di sigarette di contrabbando inizia a prendere contatti sempre piu’ stretti con gruppi armati locali che operano nella regione.

Nel 2001 ha novamente contatti con i Gspc attraverso Amari Saifi, alias Abderrezak El Para, all’epoca numero due dell’organizzazione, con i quali inizia a contendersi la supremazia delle rotte della ”zona 9 del Sahara’‘. Dopo la cattura del Para, ”il Guercio” si rifugia nel deserto del Mali, dove contruisce una rete di alleanze con diverse tribu’ Tuareg nel nord del paese.

Nel 2007, a seguito di disaccordi all’interno del Gspc e la sua trasformazione in Al-Qaeda nel Maghreb Islamico (Aqmi), viene sostituito a capo della zona 9 da Abdelhamid Abou Zeid, alias Mohamed Ghedir, nominato dall’emiro Abdelmalek Droukdel.

Quando comincia la ribellione tuareg nel nord del Mali nel marzo 2012 Belmokhtar inizia ad acquistare armi in Libia. Tra aprile e giugno del 2012 si segnala la sua presenza a Gao e a Timbuctou, accanto ad Iyad Ag Ghaly, capo tuareg degli islamisti di Ansar Dine. Fonda la Brigata Mascherata, ma viene sconfessato dall’emiro Abdelmalek Droukdel a causa della sua eccessiva intraprendenza e mire leaderistiche.

Accusato di ”lavorare per dividere il fronte islamico”, a detta delle forze di sicurezza della regione, diviene una ”mina vagante” nella zona, prendendo contatti con il Movimento per l’Unita’ e la Jihad nell’Africa Occidentale. Cosi’, diventa ”l’imprendibile”, consacrandosi come il terrore degli occidentali presenti nel Sahara.

Il 5 dicembre 2012 la radio mauritana diffonde un comunicato in cui Mokhtar Belmokhtar annunicia la nascita della sua nuova katiba, i ”Firmatari con il sangue”. Pluricondannato a morte dalla giustizia algerina, l’attacco a In Amenas da parte della Brigta Mascherata lo riporta al centro delle dinamiche per il controllo del Sahel. asca

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