Ilva: gip dice no a dissequestro prodotti finiti e semilavorati, 1.400 lavoratori a casa

12 dic – Dopo aver restituito la scorsa settimana gli impianti dell’Ilva sequestrati all’azienda, in base a un decreto del governo, il gip di Taranto ha oggi però negato il dissequestro di prodotti finiti e semilavorati bloccati dai magistrati nelle scorse settimane.

Lo hanno riferito fonti giudiziarie.

L’azienda, con una nota emessa in serata, dice che il provvedimento “comporterà che 1.400 dipendenti rimarranno senza lavoro“.

La giudice per le indagini preliminari Patrizia Todisco, lo stesso magistrato che in questi mesi ha autorizzato i provvedimenti contro l’Ilva, ha bocciato la restituzione dei materiali sequestrati nello stabilimento siderurgico e sulle banchine del porto dando così ragione alla Procura tarantina, che la settimana scorsa si era opposta al dissequestro.

Secondo la Procura, infatti, il cosiddetto “decreto Ilva” – che in teoria è applicabile anche ad altri siti produttivi di interesse nazionale – non ha un effetto retroattivo sul sequestro di prodotti.

A fine novembre, Ilva aveva annunciato la chiusura dello stabilimento di Taranto per “l’impossibilità di commercializzare i prodotti” e degli altri impianti in Italia nel giro di pochi giorni per mancanza di rifornimenti, dopo il sequestro dei prodotti, deciso dai magistrati nell’ambito di un’inchiesta parallela per corruzione (mentre l’inchiesta principale, che aveva portato a fine luglio al sequestro dell’area a caldo, era per disastro ambientale).

Il decreto del governo rende possibile al gruppo siderurgico del gruppo Riva, che da’ lavoro a circa 20.000 persone, di continuare la produzione di acciaio mentre sono in corso i lavori di bonifica ambientale.

Un garante vigilerà sul rispetto delle norme ambientali e a difesa della salute pubblica. La violazione di queste norme comporta multe pecuniarie e può anche portare a un esproprio del sito produttivo.

“La quantità di prodotti e di semilavorati interessati dal provvedimento di sequestro risulta pari a circa 1.700.000 tonnellate, per un valore economico di circa 1 miliardo di euro. […] Da ora e a cascata per le prossime settimane circa 1.400 dipendenti, appartenenti prevalentemente alle aree della laminazione a freddo, tubifici e servizi correlati, rimarranno senza lavoro”, dice la nota.

“Si fermeranno poi a catena gli impianti Ilva di Novi Ligure, Genova Racconigi”, conclude l’azienda. reuters

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