Rinviato a giudizio Mauro Menarini ex primario di Imola. Fece ottenere i domiciliari a un mafioso

IMOLA. 22 Nov – Accusato di aver agevolato Silvio Balsamo, mafioso di un clan catanese, Mauro Menarini, ex primario dell’unità di Spinale di Imola, è stato rinviato a giudizio per falsa attestazione e truffa.

Tetraplegia e invalidità al 100%, patologia incompatibile con il sistema carcerario. Questa la falsa attestazione che ha portato il gup di Bologna Bruno Perla a rinviare a giudizio Mauro Menarini, ex primario dell’unità spinale al Centro di Riabilitazione Montecatone di Imola. Oggi in aula a sostegno dell’accusa, il Procuratore Valter Giovannini che condusse le indagini insieme al pm Lorenzo Gestri. Il processo partirà il 20 febbraio prossimo. Condannato a 8 mesi anche un secondo medico per intralcio alla giustizia: si tratta di Ilja Gardi, allora vicepresidente del centro, dimessosi dopo l’avviso di garanzia, che ha chiesto il rito abbreviato.

SILVIO BALSAMO. Condannato per associazione mafiosa (picciotto del clan Ferone), Silvio Balsamo era anche implicato nell’omicidio di Massimiliano Ternullo e avrebbe dovuto scontare la sua pena fino al 2023. Un certificato per danni gravi alla spina dorsale, prima da un ospedale catanese, poi confermati da Menarini lo trasferirono agli arresti domiciliari che, a quanto pare, non ha mai rispettato fino al 2008. Il mafioso conduceva una vita assolutamente normale, guidava l’auto e partecipava a balli di gruppo, aveva ottenuto anche la pensione di invalidità e gli erano state fornite numerose attrezzature per tetraplegici. Certi e mai interrotti i legami con il clan Ferone: in casa era stata trovato una lettera inviata proprio dal boss Giuseppe Ferone che lo invitava a comportarsi bene con la “famiglia”. Balsamo è morto a Imola nel 2010, apparentemente per suicidio, anche se l’inchiesta condotta dal Procuratore Giovannini, dal Pm Gestri confermò il sospetto del medico legale: essendo ormai certi della sua finta patologia, gli inquirenti avviarono una perquisizione che lo avrebbe portato in carcere, una messa in scena finita male.

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