Scontro Berlusconi Fini, sul caso Lavitola-Montecarlo

ROMA, 29 Sett – “Non so se le Sue prese di distanza sono reali, o frutto di un misto di istinto di conservazione, vigliaccheria e cattivi consigli o, come spero, di un giusto e normale gioco delle parti”. E’ uno dei passaggi di una lettera scritta dall’ex direttore dell’Avanti Valter Lavitola e destinata a Silvio Berlusconi. La lettera è stata trovata in un computer sequestrato all’imprenditore Carmelo Pintabona. Il testo è stato depositato dai pm Piscitelli e Woodcock al processo per tentata estorsione al Cavaliere. Silvio Berlusconi sarebbe stato in debito con Lavitola perché questi aveva ‘comprato’ il senatore Sergio De Gregorio, che lasciò l’Idv per aderire al centrodestra. E’ uno dei presunti favori che Valter Lavitola rinfaccia all’ex premier Berlusconi nella lettera sequestrata dai pm di Napoli. Nella lettera Lavitola sottolinea i suoi presunti interventi per favorire la caduta del governo Prodi. Afferma in particolare di ”aver tenuto fuori dalla votazione cruciale Pallaro, fatto pervenire a Mastella le notizie dalla procura di Santa Maria Capua Vetere da dove erano arrivate le pressioni per il vergognoso arresto della moglie”. Sostiene anche di ”aver lavorato Dini” assieme ”a Ferruccio Saro e al povero Comincioli”. ”Cio’ – aggiunge, nella lettera a Berlusconi – dopo essere stato io a convincerLa a tentare di comprare i Senatori necessari a far cadere Prodi”.

LAVITOLA, EBBI DA BERLUSCONI SOLDI PER CARTE CASA MONTECARLO – Nella lettera scritta a Berlusconi, Valter Lavitola elenca una serie di benefici che l’ex premier gli avrebbe concesso. Tra questi figura una elargizione di circa 400/500.000 euro di rimborso spese, per i documenti relativi alla “Casa di Montecarlo”. Il riferimento è al suo viaggio a Santa Lucia, in Centramerica, per procurare atti che avrebbero dovuto dimostrare che proprietario effettivo dell’appartamento (un tempo appartenuto ad An) era il cognato di Fini.

FINI: IL SIGNOR BERLUSCONI E’ UN CORRUTTORE – “Il signor Berlusconi è un corruttore. E ora se vuole mi quereli. Io parlo agli elettori, a me dispiace che tanti amici non abbiano capito quale è la natura del Pdl. La destra doveva essere un’altra cosa. Il mio errore capitale è stato confluire nel Pdl”. Lo ha detto il leader di Fli Gianfranco Fini, ad ‘Otto e mezzo’ su La7. “Questa vicenda – ha continuato il presidente della Camera – ha provocato dolore a me e alla mia famiglia. Quella lettera mi disgusta e anche se fosse falsa per il 90 per cento, per il dieci per cento è vera. Ma ci avevano avvisati, ho fatto il ministro degli Esteri, qualche amico c’é, anche a livello di intelligence. Ci avevano avvisati che quel documento era falso e Italo Bocchino lo dichiarò in televisione. Il documento fornito dalla stato di Santa Lucia era una patacca”. “Provo disgusto nei confronti di una persona che davvero merita di essere conosciuto per quello che autenticamente è. E non mi riferisco a Lavitola. Era tutto organizzato” ha aggiunto Fini. “Il dolore è stato tanto. Ho saputo questa notizia mentre venivo in macchina, con mia moglie non ho ancora parlato ma credo che quando arriverò a casa l’argomento sarà d’obbligo” ha concluso.

DA BERLUSCONI AZIONI GIUDIZIARIE CONTRO FINI – Silvio Berlusconi, in relazione alle dichiarazioni di questa sera di Gianfranco Fini, “ha dato ampio mandato ai suoi legali di esperire tutte le più opportune e necessarie azioni giudiziarie”. Lo rende noto il portavoce del presidente del Pdl, Paolo Bonaiuti.

FINI, AZIONI LEGALI? LIETO, CI VEDREMO IN TRIBUNALE – “Ne sono lieto. Ci vedremo in tribunale”. Così il Presidente della Camera Gianfranco Fini commenta con l’ANSA l’annuncio di Silvio Berlusconi di iniziative legali nei confronti del leader di Fli, che ha definito l’ex premier “un corruttore” per l’affaire Montecarlo.

LETTERA A BERLUSCONI, MI PROMISE ENTRARE NEL GOVERNO – Nella lettera destinata a Silvio Berlusconi, ma mai recapitata, Valter Lavitola afferma, tra l’altro, che l’ex premier gli promise un posto nel governo. Lavitola elenca una serie di presunti impegni presi dal Cavaliere. “Lei mi ha ha promesso: più volte di entrare al Governo (persino mi chiamò dopo la nomina della Brambilla e con onestà mi disse che era dispiaciuto di non riuscire solo con me a mantenere la parola); di mandarmi al Parlamento Europeo (alle precedenti presi da solo 54.000 preferenze); di entrare nel Cda della Rai; che il primo incarico importante che si fosse presentato sarebbe stato per me (inizio 2010), di collocare la Ioannuci nel cda dell’Eni; di nominare Pozzessere almeno direttore generale di Finmeccanica”. Lavitola scrive di aver ottenuto ”400/500mila euro (non ricordo) di rimborso spese per la ‘Casa di Montecarlo’, dove io ce ne ho messi almeno altri 100.000. Martinelli (il presidente di Panama, ndr) ha contribuito con 150.000 euro oltre che con il volo privato da Panama a Roma (circa 300.000 euro), quando Le portai i documenti originali di Santa Lucia (circa 300.000 euro). Certo non potevo rischiare a Roma che me li trovassero (li portarono fuori i piloti). Ovviamente gli ho restituito le somme compensandole con altre partite. Tutte somme non concordate con Lei (ma di cui lei era a conoscenza) e che quindi non voglio essere restituito. Mentre per Tarantini le devo io 255.500 euro (che e’ ovvio le restituiro’)”’.

LAVITOLA CHIEDE A BERLUSCONI LAVORO PER MOGLIE E SORELLA – Tra le richieste avanzate da Valter Lavitola a Silvio Berlusconi figurano posti di lavoro per la moglie, la sorella e per i giornalisti che avevano perso il lavoro dopo la chiusura dell’Avanti!. “Si trovi – scrive nella lettera destinata all’ex premier – lavoro almeno ad alcuni di quelli (19) che lo hanno perso con l’Avanti! (senza l’indagine di Tarantini al giornale le verifiche avrebbe continuato a farle il nucleo di Roma della Guardia di Finanza). Mia moglie (3/4000 euro al mese) giornalista, mia sorella: laureata in psico pedagogia (2/3000 euro al mese) vive a Napoli; il mio ex autista, 2 ragioniere, 1 giornalista (tutti a Roma, gente che vale e che punta a un contratto di categoria)”. “E’ necessario – aggiunge – in quanto io quando uscirò dal carcere andrò a vivere in Brasile”. Nella lettera avanza la richiesta a titolo di prestito di somme di denaro che vanno ad aggiungersi a soldi già ricevuti, tra cui 255.500 euro “residuo dei 500.000” che Berlusconi aveva destinato all’imprenditore pugliese Gianpaolo Tarantini. “E la prima volta che Le chiedo un aiuto – scrive in un altro passaggio della lettera – mi scusi l’ineleganza, che come sa normalmente non mi appartiene, mentre io per Lei non mi sono mai risparmiato. Ho digerito numerose e molte delusioni”.

PROBABILE AUDIZIONE BERLUSCONI IN PROCURA ROMA – L’audizione di Silvio Berlusconi come testimone nell’ambito dell’inchiesta su una presunta estorsione ai suoi danni da parte del direttore de L’Avanti, Valter Lavitola, dell’imprenditore Giampaolo Tarantini, della moglie Angela Devenuto e di due collaboratori di Tarantini. Sarebbe l’ipotesi avanzata nei gorni scorsi tra gli avvocati di Silvio Berlusconi, Nicolo’ Ghedini e Piero Longo, e il procuratore capo Giuseppe Pignatone. Intenzione del magistrati è da sempre quella di sentire la versione dell’ex premier e nell’eventualita’ che questi decidesse di non essere disponibile all’atto istruttorio potrebbero notificargli un formale invito a presentarsi a piazzale Clodio. I pm romani si occupano, in particolare, di 500 mila euro dati da Berlusconi, per il tramite di Lavitola, all’ imprenditore barese. Soldi, ha dichiarato lo stesso Tarantini, che gli erano stati destinati per consentirgli di riprendere la sua attività di imprenditore e non, tra l’altro, per indurlo a rendere una falsa testimonianza sul caso escort a Bari. L’ex direttore dell’Avanti Valter Lavitola è stato rinviato a giudizio nell’ambito dell’inchiesta su presunte irregolarità nei finanziamenti all’editoria. Lo ha deciso il gip Dario Gallo che ha accolto la richiesta di giudizio immediato avanzata dai pm Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock. Il processo comincerà il 14 novembre prossimo davanti al giudice monocratico del Tribunale di Napoli Alfredo Fino.

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