Camera – Approvazione del MES, meccanismo europeo di stabilità

19 lug – Con la ratifica oggi da parte della Camera del Trattato sull’ESM (European Stability Mechanism), insieme al fiscal compact, il Parlamento italiano (analoga cosa avvenuta nei giorni scorsi al Senato) ha dato forma giuridica alla sua adesione a quel meccanismo anti-spread fortemente voluto dal presidente del Consiglio Mario Monti.

L’ESM nasce per garantire i titoli di debito pubblico degli Stati membri ed emettera’ prestiti per assicurare assistenza finanziaria ai paesi in difficolta’, sotto attacco della speculazione. A differenza dell’EFSF – il Fondo europeo di stabilita’ finanziaria, meccanismo provvisorio attualmente in funzione e nato nel 2010 per dare sostegno ad Irlanda e Portogallo investiti dalla crisi finanziaria – l’ESM e’ una istituzione finanziaria internazionale, dotata di un capitale proprio. Avra’ sede in Lussemburgo con un capitale di 700 miliardi di euro. Di questi 80 miliardi saranno versati mentre 620 saranno ‘a chiamata’, da reperire cioe’ in caso di bisogno. Il nostro Paese e’ il terzo azionista – dopo Germania e Francia – in ordine di capitale versato, con il 17,9% della somma totale.

Entro il 2014 l’Italia dovra’ versare 14,33 miliardi, con rate da versare rispettivamente di 5,73 miliardi nel 2012 e nel 2013 e 2,80 nel 2014. La quota restante, 111 miliardi, e’ quella ‘a chiamata’. Un capitale non versato ma che deve eseere sempre disponibile nel caso di necessita’ dell’ESM. Al meccanismo possono accedere i paesi virtuosi, con i conti in linea con le indicazioni europee ed un piano di riforme strutturali avviato.

I Paesi euro stanno via ratificando l’adozione del meccanismo di stabilita’, che in origine sarebbe dovuto entrare in funzione alla fine di questo mese. Ma la Germania – che per altro non ha mai visto con favore questo intervento ma lo ha accettato in cambio dell’assicurazione che fosse adottato il fiscal compact, il Trattato sul rigore di bilancio questo si’ fortemente voluto da Berlino – si e’ messa di traverso. Nonostante Bundestag e Bundesrat, comunque con qualche difficolta’ politica per il Cancelliere Angela Merkel, avessero nelle scorse settimane approvato i due Trattati, di fronte a ricorsi e cause presentati contro gli strumenti anticrisi adottati dal Parlamento e’ stata costretta ad intervenire la Corte costituzionale tedesca. La sua pronuncia si conoscera’ il prossimo 12 settembre. Nel frattempo tutto bloccato, anche se di buon auspicio puo’ essere il pronunciamento della Corte suprema dell’Estonia, che ha dichiarato l’ESM compatibile con la Costituzione del paese baltico ed ammesso la procedura di approvazione da parte del Parlamento.

L’Italia dal canto suo ha ribadito piu’ volte, attraverso sia le parole del premier Mario Monti che del ministro dell’Economia Vittorio Grilli, che per il nostro Paese e’ ancora presto prendere in considerazione l’ipotesi di chiedere all’Europa di attivare il meccanismo di aiuto (comunque con l’EFSF, non essendo quello nuovo ancora da tutti i paesi membri ratificato).

Domani altra tappa, con una nuova riunione dell’Eurogruppo a Bruxelles. Questioni tecniche legate all’avvio dell’ESM non dovrebbero essere all’ordine del giorno, essendo stato tutto definito, come sostengono in molti, nel corso del Consiglio europeo di giugno e nel successivo Eurogruppo del 9 luglio.

Ma il tema con ogni probabilita’ non potra’ non venire affrontato, alla luce delle polemiche, delle critiche che il provvedimento ha attirato soprattutto da parte di Olanda e Finlandia. asca

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