Istruttoria Corte dei Conti contro agenzie di rating per danno erariale di 120 miliardi di euro

22 giu – La procura generale del Lazio della Corte dei Conti ha aperto un’istruttoria sui rapporti diffusi da Moody’s, Standard&Poor’s e Fitch tra maggio e novembre 2011 sul debito pubblico italiano, quantificando il possibile danno erariale provocato dai report nella somma delle manovre finanziarie dello scorso anno.

Lo ha dichiarato a Reuters il procuratore generale laziale Angelo Raffaele De Dominici, confermando quanto pubblicato oggi da L’Espresso e il Sole 24 ore.

“Ho aperto un’inchiesta sulle agenzie di rating perché non ritengo corretto che si possano esprimere in modo superficiale sul debito sovrano italiano creando una serie di conseguenze a catena che conosciamo tutti”, ha spiegato il procuratore, che ha già ascoltato i rappresentanti delle tre agenzie.

“Siamo stati vessati da una serie di interventi di finanza pubblica che hanno raffreddato l’economia e hanno messo a rischio la stabilità dei conti pubblici italiani”.

Per quanto riguarda il possibile danno erariale provocato dai report, secondo il procuratore la stima di 120 miliardi di euro fornita stamani dai giornali “è approssimativa e riflette il totale delle due manovre, peraltro legittime, del governo prima della crisi parlamentare”, che furono “molto pesanti e ispirate ai giudizi di rating”.

A regime, nel 2014 le tre manovre dello scorso anno – quelle di agosto e settembre del governo Berlusconi e quella di dicembre del governo Monti – riducono il deficit di 81 miliardi.

“Il caso verte sull’ipotesi di un pregiudizio finanziario con conseguenze dannose sui conti pubblici, che hanno spinto ad incrementare la leva tributaria a carico dei contribuenti italiani“, ha sottolineato ancora De Dominicis.

Nei mesi scorsi, la procura di Trani ha aperto un’inchiesta penale sulle tre agenzie con l’ipotesi di reato di manipolazione del mercato, a causa delle oscillazioni di borsa – ritenute anomale – fra il 2010 e il 2012 a seguito della diffusione dei loro report, anche a mercati aperti. Le tre società hanno sempre respinto ogni accusa. reuters

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