Conti pubblici, Tremonti: C’e’ un buco da 20 miliardi, il popolo dipende da banchieri che fanno politica

30 apr – ”Vedo una siuazione molto difficile per il nostro Paese. A meta’ anno abbiamo un fabbisogno che va dai 17 ai 20 miliardi da coprire”. Lo dice l’ex ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, in un’intervista al Corriere della sera.

Per Tremonti la manovra scelta da Monti, fatta ”solamente da tasse e tariffe” e’ ”squilibrata”. ”Bisognava allargare la base imponibile, spostare i prelievi dalle persone alle cose, riducendo un welfare generoso anche con i ricchi. Si sarebbero potuto portare a casa risultati consistenti, tra i 10-15 miliardi a regime. Era quella la via maestra da seguire” afferma.

Tremonti non lesina critiche anche sulla spending review: ”Il governo in 6 mesi ha prodotto solo un documento che di numeri contiene solo quello delle pagine… Anch’io mi sono messo d’impegno su capitoli come gli aerei blu, la vendita e l’accorpamento degli immobili… E’ tutto necessario ma non e’ sufficiente. Capisco che i simboli sono necessari sul piano etico-politico, ma non fanno i numeri reali. Gli unici tagli che danno grandi numeri sono quelli sugli stipendi, sui salari, sui diritti dei cittadini”.

Ma non c’e’ solo il fattore interno a pesare sul Paese, c’e’ anche la questione europea. ”L’impressione e’ che dopo le riunioni del Fondo monetario si addensino sull’Europa nubi di tempesta: la scelta di lasciarla al suo destino. E’ evidente nella dinamica dei mercati: c’e’ una progressiva drammatizzazione dello scenario” osserva.

”Invece noi siamo una generazione che un appuntamento con il destino: ci sara’ da decidere quanto dobbiamo conservare dello Stato sociale – aggiunge -. I popoli stanno cominciando a capire che quest’assetto non sta in piedi, che la finanza prima ci distrugge e poi si autodistrugge, che queste tecnopolitiche non hanno senso comune. Il destino dei popoli non puo’ dipendere da governanti in leasing o da banchieri centrali che fanno politica”. asca

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