Suicida dopo nozze con stupratore. La legge ‘cancella’ stupro con nozze. Una doppia violenza.

RABAT, 17 MAR – Non voleva forse essere un gesto eclatante, per dare un esempio o infliggere una scossa al suo Paese, ma Amina, 16 anni, dandosi la morte in modo atroce (ha ingerito del veleno per topi), per essere stata costretta a sposare il suo stupratore, e’ diventata un simbolo che oggi le donne marocchine vogliono usare per scardinare una legge medioevale che rende immune dalla condanna chi, col matrimonio, cancella la violenza su una minorenne.

Oggi a Rabat, davanti al Parlamento, si sono ritrovate alcune centinaia di donne – espressione di tutte le realta’ del Paese, politiche incluse – per gridare la loro rabbia e chiedere la cancellazione di una legge che, di fatto, rende non punibile chi violenta una minorenne, ma poi riesce a sposarla con l’assenso dei parenti della vittima. I quali, nella maggior parte dei casi, se non in tutti, concedono tale consenso per soffocare uno scandalo. Ma Amina, dopo lo stupro, subito quando aveva 15 anni, e il matrimonio che le e’ stato imposto, ha deciso di farla finita, non potendo vivere accanto a chi con la forza le aveva strappato i sogni di ragazza e quindi era sfuggito a una condanna che poteva essere pesante (sino a vent’anni).     Amina, come hanno detto oggi le donne che manifestavano  davanti al Parlamento, suicidandosi ha dato voce al suo dramma, ma anche a quello di molte altre. Ma e’ impossibile capire quante minorenni marocchine, non avendo avuto la forza di denunciarlo, siano state costrette a subire lo stesso percorso di violenza e umiliazione. Ed e’ questo che sta rendendo la vicenda di Amina un banco di prova per la societa’ marocchina, che era ben cosciente dello sfregio inferto dalla legge alla dignita’ delle donne, ma che ha avuto bisogno del suicidio di una ragazzina per ammetterlo. Il Marocco, con la nuova Costituzione, ha cercato di imprimere un’accelerazione sulla strada verso le riforme, ma sara’ ben difficile che esse siano veramente tali se leggi come quella che ha salvato lo stupratore di Amina resteranno.     Una rivolta che oggi e’ stata sulle strade e che ieri ha attraversato forum, giornali, commenti, blog, in un’eco per una volta concorde e di condanna. Una frustata che ha anche raggiunto il governo che, per bocca del suo portavoce, nonche’ ministro della Comunicazione, Mustapha el Khelfi, ha detto che Amina ”e’ stata violentata due volte, la seconda quando e’ stata costretta a sposarsi”.     Oggi, davanti al dramma di Amina, il governo ha deciso di agire. L’esistenza di una ragazza che chiedeva solo di vivere la sua giovinezza e’ stato un tributo troppo alto, ma forse, crudelmente necessario per cancellare un abominio che e’ insieme giuridico e sociale. (ANSAmed).

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