Bagnasco: Evadere le tasse è peccato. Per un soggetto religioso è addirittura scandalo

23 gen. – ”La Chiesa non può e non deve coprire auto-esenzioni improprie. Evadere le tasse è peccato. Per un soggetto religioso questo è addirittura motivo di scandalo’‘. E’ quanto ha affermato questo pomeriggio il cardinale Angelo Bagnasco aprendo i lavori del Consiglio episcopale permanente. ”Per certi versi – ha detto il cardinale – questa è una stagione propizia per imprimere allo Stato e alla stessa comunità politica strutture e dinamiche più essenziali ed efficienti, lontane da sprechi e gigantismi”. Noi ”non chiediamo privilegi – ha detto il cardinale – né che si chiuda un occhio su storture o manchevolezze”. ”Per quanto concerne l’ICI, la Chiesa in Italia non chiede trattamenti particolari, ma semplicemente di aver applicate a sé, per gli immobili utilizzati per servizi, le norme che regolano il no profit”.

Quindi parlando della crisi che sta scuotendo l’Italia, il porporato ha sottolineato come di fronte ai gravi sacrifici che il Paese dovrà fare è bene che ci si concentri in questo momento sull’obiettivo non scontato di salvare l’Italia.

Se è vero che il declassamento subito dall’Italia sembra ingeneroso, allo stesso tempo va detto che l’Italia fino ad oggi è sembrata incapace di produrre riforme effettive e concrete mentre ogni decisione difficile è stata sempre rimandata dal sistema politico. E’ proprio a causa della mancata azione riformatrice, ha detto il cardinale ”che si è affacciato il nuovo governo, come esecutivo di buona volontà, autonomo non dalla politica ma dalle complicazioni ed esasperazioni di essa e con l’impegno primario e caratterizzante di affrontare i nodi più allarmanti di una delicata, complessa contingenza”. ”Va da sé che, dal punto di vista etico – ha aggiunto – non possa esserci sospensione della responsabilità della politica, che il Parlamento affida al governo in ragione del mandato ricevuto dal corpo elettorale”.

Insomma per Bagnasco ”al di là di ogni ventata antipolitica, va detto che la politica è assolutamente necessaria, e deve mettersi in grado di regolare la finanza perché sia a servizio del bene generale e non della speculazione”.

”Il capitalismo sfrenato – ha sottolineato Bagnasco- sembra ormai dare il meglio di sé non nel risolvere i problemi, ma nel crearli, dissolvendo il proprio storico legame con il lavoro, il lavoro stabile, e preferendo ad esso il lavoro-campeggio: si va dove momentaneamente l’industria sta meglio come se l”altro’ non esistesse”. ”E per ‘l’altro’ -ha detto Bagnasco – è in primo luogo da intendersi proprio il lavoratore. La fluidità di valori, relazioni e riferimenti, non impedisce affatto – semmai favorisce – il formarsi di coaguli sovrannazionali talmente potenti e senza scrupoli, tali da rendere la politica sempre più debole e sottomessa”. (Adnkronos)

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