Costa Concordia, la più grande nave italiana da crociera, incagliata a isola del Giglio, 3 morti e 14 feriti

ISOLA DEL GIGLIO – E’ di 3 morti e 14 feriti il bilancio, al momento,  dell’incidente che ha coinvolto ieri sera la nave Costa Concordia, secondo quanto rende noto il prefetto di Grosseto Giuseppe Linardi. Non c’e’ certezza che tutte le persone a bordo siano state recuperate: ”Deve essere ispezionata – spiega Linardi – la parte della nave che e’ sott’acqua. Si procedera’ con i  sommozzatori”.

Uno squarcio lungo almeno 70 mt. sulla fiancata di sinistra e un’inclinazione di 80 gradi dalla parte opposta: si presenta cosi’ la Costa Concordia, la nave naufragata ieri al Giglio. A bordo della nave sono in corso le operazioni di soccorso con i vigili del fuoco alla ricerca di eventuali dispersi. La nave e’ a ridosso degli scogli.

Il prefetto aggiunge che non e’ stato ancora fatto un riscontro esatto dei viaggiatori che sono stati ospitati dalla popolazione dell’isola del Giglio: tante persone sono state tratte in salvo o soccorse da ”strutture pubbliche”, altri passeggeri, tra cui quelli che si sono buttati in mare, sono stati aiutati dalla popolazione locale.

Linardi aggiunge che in circa 1.500 stanno arrivando o sono arrivate a Porto S.Stefano, trasportate con tre navi. In totale per l’accoglienza in tutta la provincia sono stati recuperati 3229 posti.

La paura arriva all’ora di cena, quando le 4.200 persone a bordo della Costa Concordia (oltre 3.000 dei quali passeggeri e circa mille di equipaggio) sono a tavola ai ristoranti della nave da crociera nei pressi dell’Isola del Giglio: uno scossone, poi la luce che va via. Il tempo di capire quello che sta succedendo e l’invito ad indossare i salvagente e avvicinarsi alle scialuppe, ”per precauzione”. Qualcuno, a bordo, ha pensato al Titanic, di cui tra tre mesi, il 15 aprile, ricorre il centesimo anniversario dell’affondamento.

Sembrava, all’inizio, che questa avventura si fosse conclusa senza gravi conseguenze, solo tanta paura. Ma poi, durante l’evacuazione, qualcosa non ha funzionato: molti passeggeri sono caduti in acqua, qualcuno forse vi si e’ gettato per la paura mentre lo scafo si inclinava sempre piu’, e ha dovuto vedersela con il freddo del mare e della notte. Tutte da accertare le cause della morte delle vittime: ipotermia, forse, ma non si esclude un malore, ne’ si sa se fossero tra quelli finiti in acqua.

La nave era attesa a Savona per la prima tappa della crociera ”Profumo degli agrumi” nel Mediterraneo, ed era partita circa due ore prima da Civitavecchia. L’Isola del Giglio, dove i passeggeri sono stati evacuati in attesa di essere trasferiti in altri luoghi con maggiore ricettivita’, era a due passi quando il ”tempio galleggiante del divertimento”, per motivi ancora da accertare, si e’ incagliata alle secche di Punta Gabbianara, la punta piu’ a sud dell’isola con alte scogliere, meta preferita dei sub.

La Concordia ha cominciato ad imbarcare acqua e ad inclinarsi sul fianco destro a causa di una falla che si sarebbe aperta nella zona di poppa. E proprio dall’Isola del Giglio sono partiti i primi soccorsi. Il sindaco, Sergio Ortelli, ha messo a disposizione scuole, asili, alberghi, ”qualsiasi cosa abbia un tetto” e il parroco ha aperto la chiesa per ospitare i passeggeri della nave. Piu’ tardi e’ cominciato, per alcuni di loro, il trasferimento in traghetto a Porto S.Stefano.

“Stavamo cenando quando è andata via la luce, abbiamo sentito un colpo e un boato, e le stoviglie sono cadute per terra”: cosi’ ha raccontato all’ ANSA Luciano Castro, da bordo della Costa Concordia. All’inizio e’ stato detto che si trattava di un guasto elettrico, ma tutti si sono accorti che i bicchieri sul tavolo non stavano piu’ in piedi. “Scene da Titanic”, commenta con l’ ANSA Mara Parmegiani, giornalista, come Castro, e anche lei per caso tra i crocieristi della Concordia. Prima l’invito ad avvinarsi alle scialuppe ”per precauzione”, poi ogni incertezza e’ stata spazzata via da sette fischi brevi ed uno lungo: il segnale di abbandono nave. Verso la Costa Concordia che stava calando le scialuppe si sono avvicinati anche altri natanti che incrociavano nella zona, anche uno dei traghetti che
fa servizio tra l’Isola del Giglio e Porto Santo Stefano, mezzi dei vigili del fuoco da Livorno e da Civitavecchia, delle capitanerie di porto e della guardia di finanza.

Verso l’una la situazione si complica: l’armatore fa sapere che ”la posizione della nave, diventando più difficoltosa, sta complicando le ultime operazioni di sbarco”. E’ sul fianco, ormai, e a bordo ci sono ancora centinaia di persone. Prima dell’arrivo degli elicotteri, in diversi cadono nelle acque gelide del Tirreno a gennaio. All’ANSA giunge la telefonata di due genitori in ansia per il figlio in viaggio con moglie e due bambine di 3 e 4 anni. ”Sono ancora li’, fate qualcosa”. Poi, per loro, un sospiro di sollievo: Gianluca Gabrielli e la sua famiglia ce l’hanno fatta; sono sulla banchina del Giglio e hanno una coperta. Solo un lenzuolo, invece, ricopre il cadavere della prima vittima, un uomo di 65-70 anni. Il Prefetto ha richiesto la lista dei passeggeri, per poi provvedere all’appello

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