Monti: Italia mano nella mano con Francia e Germania

I negoziati sulla bozza partiranno domani e l’Italia potrebbe ottenere garanzie sull’articolo 4 che se applicato integralmente costringerebbe il nostro Paese a varare manovre ogni anno di circa 40 miliardi di euro.

Parigi, 6 gen. – “L’Italia lavora mano nella mano con la Francia cosi’ come la Germania per proseguire nella costruzione europea”. Lo ha detto Mario Monti, al termine dell’incontro con il primo ministro francese Francois Fillon.
Non e’ una partita di deboli contro forti, e’ un problema comune dell’Europa, la Germania ha tutto l’interesse se l’Europa rilancia sulla crescita e sulla competivita’.

All’indomani di una giornata difficile per l’Italia in cui lo spread e’ volato a 525 punti e piazza Affari ha chiuso con un meno 3,65, Mario Monti e’ a Parigi per cercare la sponda della Francia e convincere Berlino, con lo spread ancora a 522.

L’appuntamento cruciale e’ l’incontro che il Professore avra’ mercoledi’ con Angela Merkel, ma il Professore vuole arrivarci con un’intesa con Nicolas Sarkozy. Il premier vuole arrivare ad una soluzione comune con Parigi e Berlino e ribadira’ che senza un accordo a rischio e’ l’intera area Euro, non solo l’ Italia. Monti prima partecipera’, insieme al ministro per lo Sviluppo Corrado Passera, ad un convegno organizzato dal ministro dell’Industria francese, Eric Besson, sul ruolo dell’Europa. Il premier ribadira’ l’importanza che l’Europa resti uniti contro la crisi dei debiti sovrani.

Il presidente del Consiglio innanzitutto vuole seguire in prima persona la partita sul debito. Per questo motivo e’ volato a Bruxelles. Fonti diplomatiche raccontano che il testo che dovra’ formalizzare l’accordo sul ‘fiscal compact’, il Trattato sull’Unione fiscale per dare una stretta alla disciplina di bilancio, e’ stato mitigato nella parte in cui si chiede di smaltire ogni anno un ventesimo della misura eccedente il 60% pena sanzioni semiautomatiche.

I negoziati sulla bozza partiranno domani e l’Italia potrebbe ottenere garanzie sull’articolo 4 che se applicato integralmente costringerebbe il nostro Paese a varare manovre ogni anno di circa 40 miliardi di euro. Una volta ottenuto minor vincoli di bilancio, il premier e’ pronto ad insistere sugli eurobond. Ma, siccome c’e’ la convinzione che Berlino difficilmente potrebbe aprire, “si sta studiando – sottolinea un ministro – un compromesso per evitare il muro contro muro con la Germania”. L’Italia punta molto sui project bonds, titoli emessi da compagnie private, creati per realizzare grandi progetti infrastrutturali. Non e’ collegato con il ‘fiscal compact’, ma potrebe essere uno strumento da utilizzare, di comune accordo con le istuzioni europee.  agi

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