Spuntano le superpensioni per i tecnocrati di Monti

Grazie a un cavillo legale i tecnocrati di Monti riceveranno i contributi previdenziali legati agli stipendi che prendevano quando lavoravano nel pubblico.

Tagli e sacrifici? Non per tutti. I ministri del governo Monti, sfruttando un cavillo legale, potranno avere una pensione più sostanziosa. Chi lavorava, infatti, nel settore pubblico, potrà ricevere contributi previdenziali legati all’ultima busta paga di maxistipendi. In questo modo, denuncia Il Giornale, si supera il tetto dell’indennità previsto da una legge del 1980.
L’articolo 23 della norma in questione prevede che i i dipendenti della pubblica amministrazione, nel caso diventano ministri o sottosegretari, entreranno in aspettativa per il periodo del mandato. Potranno perciò percepire la loro retribuzione invariata, sempre a patto che non superi l’indennità parlamentare.

In pratica potranno scegliere se avere l’indennità da ministro (3.746 euro lordi) più quella parlamentare (10.697 lordi) oppure, se dipendenti nelle P.A. in aspettativa, avere l’indennità da ministro più uno stipendio uguale a quello che ricevevano prima, purché non superi l’indennità dovuta ai parlamentari. Con assicurati sostanziosi contributi previdenziali.

Con severità il servizio bilancio del Senato nota che la norma permette comunque “un’elevazione della base retributiva da considerare ai fini previdenziali”.

tgcom

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