Le supercazzole dei tecnorati ed il presidenzialismo “de facto”

Lamentando resistenze corporative alle riforme liberali, i tecnocrati “salvaitalia”, coloro che “Non devono chiedere mai”, come l’uomo Denim, stanno dando un po’ di ragione a Berlusconi. Il Cavaliere aveva dalla sua, a parziale giustificazione, il rischio di tenuta della maggioranza in parlamento.

A differenza dell’uomo Denim, Silvio doveva chiedere, ahi, se doveva! Arrivano in parlamento battute ufficiali come questa:” Siamo qui per la vostra incapacità di governare”. La frase sarebbe opportuna per celebrare una vittoria elettorale della ex opposizione, divenuta maggioranza per volontà degli elettori. Nella Costituzione non esistono governi del presidente, salvo non si voglia fare riferimento allo stato di guerra.

Non è la prima volta, e non sarà certo l’ultima, in cui le vestali partigiane della Carta forniscono tutti gli alibi possibili e immaginabili, all’inquilino di turno al Quirinale, per dare la solita pennellata costituzionale ai magheggi del Colle.

L’antesignano Scalfaro è ancora un faro luminoso che testimonia la salute della democrazia nel Bel Paese. A noi basta il presidenzialismo “de facto”. A quello “de iure”, ci penseranno un giorno che non piova tanto e il traffico democratico non sia in tilt. Beghe costituzionali che non interessano ai milioni d’italiani infognati nel passaggio periglioso tra la terza e la quarta settimana. Ci vorrebbe un colpo di genio:un mese con prima, seconda e quarta settimana. E la terza abrogata per decreto!

guglielmo donnini

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