Eurobond sì, Eurobond no

di Claudio Romiti

Come ampiamente riportato dalla stampa internazionale, il vertice di Strasburgo è stato un quasi totale fallimento sul piano delle misure europee da adottare per fronteggiare la crisi dei mercati. Molto in soldoni, la proposta fortemente caldeggiata dalla Francia degli eurobond è stata per l’ennesima volta bocciata dalla cancelliera Merkel, seppur con qualche spiraglio terminologico. Difatti, l’ever definito “non necessari” gli eurotitoli ha dato adito a qualche possibile apertura in un prossimo futuro.

Fatto sta che sul piano teorico la Germania avrebbe tutte le ragioni ad essere contraria ad una scelta che, nella sostanza, spalmerebbe il rischio insolvenza dei Paesi finanziariamente canaglia su tutti i membri dell’Unione monetaria, penalizzando in tal modo gli Stati più virtuosi. Ma si sa, come si suol dire, la ragione è dei fessi.

I rapporti ed i trattati internazionali non possono basarsi esclusivamente sui principi, bensì alla fine dei conti sono sempre gli interessi concreti a formalizzare gli accordi più efficaci. In questo caso Berlino si trova di fronte ad un dilemma in cui proprio due ordini di interressi si contrappongono: da una parte la volontà di voler salvaguardare l’integrità finanziaria del sistema più virtuoso e, dunque, più affidabile sui mercati internazionali; dall’altra parte la chiara consapevolezza che un fallimento dell’euro sarebbe catastrofico per la Germania, dato che quest’ultima colloca oltre il 60% delle sue esportazioni proprio nella zona dove circola la moneta unica.

Ora, più che le ragioni a volte imperscrutabili della politica, sono proprio i mercati in costante fibrillazione a non lasciar intravedere alcuna soluzione di compromesso tra queste due soluzioni. In sostanza, o si trova uno strumento efficace per stabilizzare un euro sempre più traballante, come appunto gli eurobond, oppure si torna definitivamente alle monete nazionali, con tutte le gravissime conseguenze del caso.

D’altro canto i crolli senza precedenti delle borse sembrano dire alla Germania della Merkel che in una tale, drammatica situazione  “Tertium non datur”.  Staremo a vedere.

Claudio Romiti

SOSTIENI IMOLAOGGI
il sito di informazione libera diretto da Armando Manocchia

IBAN: IT59R0538721000000003468037 BIC BPMOIT22XXX
Postepay 5333 1711 3273 2534
Codice Fiscale: MNCRND56A30F717K