Costato 135 milioni di euro, parte visto elettronico Ue, controlla impronte

Si comincia con i consolati del Nordafrica, pieno regime tra due anni.
Tutto sarebbe dovuto essere pronto gia’ due anni fa, ma il ritardo ha comportato una penale di 7,6 milioni di euro.

BRUXELLES – E’ partito il sistema di visto elettronico per l’ingresso nei paesi dell’area Schengen, che controlla automaticamente le impronte digitali ed i tratti somatici delle persone che si presentano alle frontiere dello spazio comune. Il Vis (Visa Information System), cosi’ si chiama il sistema, dalle 8 di stamani e’ operativo nei consolati dei paesi dell’area Schengen in nordafrica: Algeria, Egitto, Libia, Mauritania, Marocco e Tunisia. Successivamente sara’ attivato nei consolati del Medio Oriente (Israele, Giordania, Libano e Siria) quindi a quelli dei paesi del Golfo (Afghanistan, Bahrein, Iran, Iraq, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita, Emirati arabi e Yemen) ed entro due anni tutti gli oltre 2.500 consolati nel mondo saranno collegati al database europeo.

”Da oggi in poi – ha detto la Commissaria europea per gli affari interni, Cecilia Malmstrom – gli stranieri che vogliono visitare l’Unione europea beneficeranno di un sistema piu’ chiaro, preciso e trasparente per la concessione dei visti. Il sistema permettera’ anche di emettere e verificare i visti in un modo piu’ sicuro”. Il Vis e’ di fatto un database, il cui centro principale ha sede a Strasburgo con backup a Sankt Johann in Pongau (Austria), nel quale saranno registrati i dati di tutti i richiedenti visto. Le guardie di frontiera potranno verificare in tempo reale la coincidenza tra i dati elettronici presenti sul passaporto e quelli della persona che si presenta fisicamente davanti ai loro. I dati saranno in comune tra tutti paesi dell’area Schengen, limitando cosi’ al minimo la possibilita’ di falsificazione dei passaporti.

Lo sviluppo del sistema Vis e’ costato 135 milioni di euro e sette anni di lavoro (dal 2004 al 2011). Tutto sarebbe dovuto essere pronto gia’ due anni fa, ma il ritardo – come ha spiegato il portavoce della commissaria Malmstrom – e’ stato dovuto problemi tecnici del fornitore esterno dei sistemi tecnologici. Un ritardo che ha comportato una penale da 7,6 milioni di euro.

ANSA

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