Competitivita’: l’Italia perde 4 posti e finisce dietro al Peru’

peru30 mag. – In fatto di competitivita’ l’Italia perde nel 2013 quattro posti rispetto al 2012, finendo al 44.mo posto dietro al Peru’, in una lista mondiale che comprende 60 Paesi. Lo rivela il nuovo studio della svizzera Business School “IMD”, che vede al primo posto gli Usa, davanti a Svizzera e Hongkong, mentre a seguire tra i top ten si collocano Svezia, Singapore, Norvegia, Canada, Emirati Arabi Uniti, Germania e Qatar.

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L’IMD esegue il suo studio annuale ” World Competitiveness Yearbook “dal 1989, interrogando 4mila top manager internazionali, che valutano la competitivita’ di ogni singolo Paese in base a 300 criteri. Tra i Paesi europei ben piazzati entro la prima ventina si trovano Danimarca (12.mo posto), Lussemburgo (13), Olanda (14), Irlanda (17), Gran Bretagna (18) e Finlandia (20).

La Francia arriva solo al 28.mo posto, preceduta da Austria (23) e Belgio (26), mentre piu’ indietro arrivano Polonia (33) e Repubblica Ceca (35), con la Turchia due gradini piu’ sotto (37). L’Italia (44) arriva dopo Russia (42) e Peru’ (43) e guida la piccola pattuglia dei Paesi in crisi del Sud Europa, davanti a Spagna (45) e Portogallo (46), seguito da Slovacchia, Colombia, Ucraina e Ungheria (50). La Grecia si colloca quattro posizioni piu’ sotto (54), mentre a chiudere la lista dei 60 paesi esaminati e’ il Venezuela, fanalino di coda in fatto di competitivita’, preceduto dall’Argentina (59).

Nel motivare i buoni piazzamenti di Paesi europei inclusi tra i “vincitori”, come Svizzera, Svezia e Germania, gli esperti dell’IMD sottolineano che “la loro ricetta di successo e’ basata su export, capacita’ manifatturiera, diversificazione, competitivita’ di piccole e medie aziende e disciplina di bilancio”. Tra i Paesi “perdenti” vengono inclusi anche la Gran Bretagna e la Francia, che “hanno perduto la loro posizione dominante”, mentre Italia, Spagna, Portogallo e Grecia “arrancano dietro”, poiche’ “non hanno diversificato abbastanza la loro industria o controllato la spesa pubblica”, con il risultato che adesso “devono far fronte a programmi di austerita’”. (AGI) .

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