Brunetta: Commissione d’inchiesta sul complotto contro Berlusconi

brunetta13 magg – “Il complotto. Dall’America di Obama arriva la prova decisiva del golpe europeo contro l’Italia per abbattere Silvio Berlusconi. La democrazia dopo quei fatti del 2011 è sospesa. E la estromissione politico-giudiziaria del leader di Forza Italia è il coronamento di quella trama. Napolitano e Renzi silenti. Il Parlamento indaghi”. Lo dichiara in una nota Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia.

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“Contro l’Italia – prosegue – si è consumato nell’estate-autunno del 2011 si è consumato un delitto. La democrazia fu violata abbattendo un governo eletto dal popolo. Ci fu un complotto. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, dopo aver resistito a mesi di pressioni, contrastando con successo la sequenza di scissioni pilotate dall’alto, dovette abbandonare dinanzi alle minacce gravissime che avrebbero spazzato via il sistema economico italiano. Erano venute alla luce già negli scorsi mesi, per bocca di diversi autorevoli personaggi, manovre condotte da altissimi vertici istituzionali in Italia e nelle sedi europee per cancellare l’esito della volontà del popolo sovrano. Era stata una gara di minimizzazione, al massimo era stata utile a indebolire il Colle per indurlo ad accettare a Palazzo Chigi il novello nocchiero dei poteri forti, Matteo Renzi. Adesso basta”.

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“Il documento inequivocabile – sottolinea Brunetta – che certifica il complotto per uccidere la democrazia in Italia, eliminando Silvio Berlusconi, ha il sigillo dell’America di Barack Obama. Il segretario al Tesoro, al tempo di quei fatti, Tim Geithner, lo ha certificato in un libro di memorie. Pone alla ribalta la grande questione sollevata da Silvio Berlusconi dall’anno scorso. E cioè che in Italia non c’è democrazia. E la democrazia non è un lusso a cui in tempi di crisi si può rinunciare. Senza sovranità popolare esercitata attraverso l’elezione di un governo, siamo schiavi di altri poteri, che non hanno bisogno del voto per comandare, anzi vanificano il voto proprio per comandare meglio”.

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